Fra i piccoli editori indipendenti che apprezzo per coerenza, coraggio e personalità, c’è senza dubbio il marchio Kalandraka Italia, diretto da Lola Barcelò, con la quale è sempre un piacere conversare e scambiare opinioni su libri, autori, scelte editoriali. Le sue, di scelte, non sono mai semplici o scontate, e se ne può avere contezza guardando i titoli che pubblica: storie che stimolano riflessioni filosofiche, che lanciano messaggi forti, che spiazzano per stile e contenuti quasi mai tradizionali e rassicuranti. Insomma, un catalogo da conoscere e studiare da vicino.
Oggi vi parlo di tre libri pubblicati da Kalandraka sul finire del 2018 che ben rappresentano l’universo sfaccettato di questa casa editrice: una storia che fa sognare, una che fa sorridere ma anche indignarsi, una che spinge a interrogarsi nel profondo.

Il sapore della luna
Michael Grejniec, traduzione di Gabriella Manna, Kalandraka, 2018
Età di lettura suggerita: dai 3 anni
Ritorna in libreria con un nuovo titolo, una nuova casa editrice, e piccole modifiche volute dallo stesso autore, un albo illustrato(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che... Leggi dolce e poetico, che conduce i bambini in una dimensione magica e onirica, proprio come dovrebbe ambire a fare una storia che ha per protagonista la luna.
“Il sapore della luna” (che nella prima edizione italiana edita da Arka conoscevamo come “Io mi mangio la luna”) racconta la lunga e operosa impresa che porta alla realizzazione di un desiderio. Ma non un desiderio qualunque. Un desiderio davvero spregiudicato e forse folle: assaggiare un pezzetto di luna per sapere che sapore ha.

E in effetti non si può biasimarli questi animali curiosi che con i loro occhietti spalancati contemplano quella splendida sfera burrosa che sembra occupare tutto il cielo. Una luna gigante e sorridente fatta non solo di luce, ma di materia viva, porosa, pastosa, che fa venire davvero l’acquolina in bocca a guardarla così. Immensa e preziosa.
Solo un pezzettino di luna chiedono, piccolo piccolo, per capire se è dolce o salata. Per una luna così grande, cosa vuoi che sia lasciare andare un morsettino…
Sorge un problema pratico: come fare ad arrivare lassù dalla luna? Ci vorrebbe una scala lunghissima, come quella immaginata da Eric Carle nel suo capolavoro “Papà, mi prendi la luna per favore?”, oppure, ci vorrebbe una montagna da scalare. È quello che pensa la tartaruga, che dopo aver raggiunto la vetta, si accorge sì di essersi avvicinata alla luna, ma non abbastanza da poterla toccare.

Con l’aiuto dell’elefante forse ce la possono fare. Ecco il pachiderma salire sul solido guscio dell’amica e distendere la sua lunga proboscide (non stupitevi, in questa fase, se i bambini vi interromperanno chiedendovi come possa farcela la piccola tartaruga a sostenere il peso del grosso elefante… e perché non sia andata lei sopra di lui). Nulla di fatto, la luna è ancora distante.
Sopraggiungeranno allora, uno dopo l’altro, la giraffa, la zebra, il leone, la volpe, la scimmia, andando a comporre una torre vivente sempre più alta ed eterogenea, che divertirà non solo i bambini in ascolto, ma anche la luna stessa, che sorniona, ad ogni nuovo “pezzo” della torre, comincerà ad allontanarsi di un poco, per prolungare il gioco.

Come si risolverà la faccenda? Il sogno di assaggiare la luna rimarrà insoddisfatto?
Le ultime pagine scioglieranno poeticamente il mistero e sono certa che le scelte dell’autore vi confermeranno che questa è una di quelle rare storie indimenticabili e imperiture da offrire ai lettori di tutte le età.
Non è colpa mia!
di Christian Voltz, fotografie di Jean Louis Hess, traduzione di Marta Bono, Kalandraka, 2018
Età di lettura suggerita: dai 3 anni
Dai toni sognanti e distesi de “Il sapore della luna” passiamo all’esuberante e vulcanica sceneggiatura di “Non è colpa mia!“, che se fossimo al cinema potremmo considerare una buffa commedia degli equivoci.
Christian Voltz, usando materiali poveri di riciclo (fili di ferro, retine, bastoni, stoffe, bottoni, tappi, ingranaggi, corde e pellami ecc.) crea un’ambientazione spartana e contadina molto simpatica e consona al racconto, in cui viene inanellato un breve e incisivo scambio di battute tra una cinica signora della fattoria e gli animali con cui di volta in volta entra in contatto.
La vicenda inizia quando la donna nasuta, irritata dalla presenza di un innocuo ragnetto a terra, che invece lei reputa un’orrenda bestiaccia, lo schiaccia col piede con evidente soddisfazione.
Così impari!
Poi la mansueta mucca, senza apparente motivo, si solleva di scatto e incorna la signora mandandola su tutte le furie: di chi è la colpa di quel gesto inconsulto? La mucca si difende e accusa l’asino, che a sua volta rigetta la colpa sul maiale, che attribuisce l’accaduto al cane, che accusa il gatto e così via, in una catena di scarica-barile esilaranti, che si concluderà con una bella lezione (ecologista) per l’acida protagonista.

Uno degli elementi caratteristici dell’albo è il ricorso a un linguaggio molto colorito e inviperito da parte della signora della fattoria, che offende e insulta i vari animali ritenuti colpevoli. Da un parte questa sua asprezza, che ben rispecchia il carattere grezzo del personaggio, la rende ridicola e insopportabile, dall’altra parte potrebbe suonare eccessiva e troppo forte per dei bambini di 3-4 anni all’ascolto.

Io credo che rientri pienamente nella caratterizzazione del personaggio e che sia funzionale a renderlo odioso. Il consiglio è quello di spiegare che le parole che vengono urlate dalla signora sono volutamente brutte perché lei si comporta in maniera brutta. Valutate comunque se il vostro pubblico e il contesto in cui vi trovate a leggere sia adatto ad accogliere una storia sferzante e irriverente come questa. Io per esempio preferisco leggerla, con tanto divertimento, ai miei figli e a bambini che conosco.
Candido e gli altri
Fran Pintadera, Christian Inaraja, traduzione di Elena Rolla, Kalandraka, 2018
Età di lettura suggerita: dai 5 anni
Vincitore del XI Premio Internazionale Compostela per Albi illustrati(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che... Leggi 2018, “Candido e gli altri” dipinge con un testo scarno e uno stile astratto e coloratissimo lo stato d’animo di un uomo che si sente diverso e fatica a integrarsi nel tessuto sociale.
Candido si sente (o viene considerato) strano, eccentrico, bizzarro, strambo, speciale. Eppure, a vederlo nel flusso di quell’umanità varia e stravagante che lo circonda, viene difficile definire cosa sia normale e cosa no. Piuttosto viene da chiedersi: normale rispetto a chi o a che cosa?

Con il filtro dell’umorismo e della leggerezza, l’autore sollecita domande esistenziali e fondanti: per essere accettati e rispettati dagli altri dobbiamo essere conformi e omologati? Essere sé stessi rappresenta una minaccia per costruire relazioni sociali appaganti?

Candido è confuso e spaesato: da un lato vorrebbe passare inosservato, dall’altro soffre nel sentirsi invisibile. Il suo è un faticoso processo di accettazione e affermazione della propria identità in un mondo che appare tremendamente complicato.
L’unica consolazione è constatare che, se osserviamo da vicino, anche gli altri non sono poi così diversi come sembrano.