Ci sono libri illustrati che nonostante abbiano colori sgargianti e immagini allegre inducono noi genitori a riflessioni profonde grazie alla capacità di farci vedere la realtà dal punto di vista dei bambini.
E’ il caso dell’illustrato che Nadine Brun-Cosme firma insieme ad Aurélie Guillerey e che si intitola “Arturo e le persone molto indaffarate“, pubblicato in Italia da Edizioni Clichy grazie alla traduzione di Maria Pia Secciani.

Arturo potrebbe avere l’età di mio figlio, frequenta le elementari ed è un bambino che diremmo fortunato: ha una famiglia, va a scuola e vive in una città che immaginiamo essere la nostra.
Non pare mancargli niente, ma in realtà è afflitto dal male del nostro tempo: lo stress. A lui manca il tempo. O per meglio dire tutti gli fanno fretta perché i suoi tempi per fare le cose sono più lunghi di quello che lo standard della nostra società si aspetta.
E così viene trascinato via mentre fa colazione e si aggrappa letteralmente alla tazza, ma la mamma lo tira più forte… viene richiamato mentre ha appena iniziato a giocare, viene incalzato dal maestro a scuola e anche a pranzo non può terminare di masticare che è già ora di correre fuori.

Gli adulti in questo illustrato non sembrano riuscire a fare altro che correre e correre per inseguire sempre ciò che viene dopo.
Finché un giorno la mamma nella fretta lo dimentica a casa e quella che potrebbe sembrare una tragedia si trasforma in questa storia nel punto di svolta che sblocca il meccanismo insalubre della fretta.

Arturo è incredulo non tanto perché la mamma lo ha dimenticato, ma perché non riesce a credere di essere così fortunato da non avere nessuno che gli metta fretta.
Fa colazione con calma grattando lo zucchero in fondo alla tazza, un piccolissimo piacere che però gli è costantemente precluso, si avvia verso la scuola con tutta calma e nota per la prima volta gli alberi, gli uccellini, il cielo azzurro e sente quella leggera brezza che si sente solo quando si va molto piano… Finalmente lo vediamo sorridere e rilassarsi!

A scuola trova i genitori e il maestro riuniti ad aspettarlo, la routine si è spezzata e tutti sembrano essere sollevati non solo di rivedere Arturo sano e salvo, ma anche di avere una scusa per prendersi un giorno di respiro: la mamma ha i capelli sciolti e il papà indossa il suo sorriso della domenica, anche il maestro sorride, non sono arrabbiati e anzi sembrano tutti molto felici. Il maestro accoglie Arturo con sollievo e per una volta si concede di camminare lentamente fino all’aula tenendolo per mano.
Il tempo è la più grande ricchezza di oggi…
È molto triste pensare ai nostri bambini che sì hanno tutto, ma vivono stressatissimi da impegni costanti a volte più grandi di loro.
Recentemente ho avuto modo di discutere in famiglia proprio di questo argomento e alla mia osservazione che difendeva il già pochissimo tempo libero di mio figlio, mi è stato contrapposto il mantra secondo cui i bambini sono più forti di quanto noi pensiamo e se vogliono stare al passo con la società di oggi è meglio che imparino i suoi ritmi fin da piccoli.
Non sono d’accordo, spesso noi adulti ci dimentichiamo di quanti momenti di noia abbiamo trascorso da piccoli e sottovalutiamo quanto questi ci abbiano fatto diventare ciò che siamo oggi.

La creatività, la capacità di ragionare su qualcosa e di trovare la calma dentro di sé sono cose che si imparano da piccoli, che si formano anche in quei momenti di noia che lì per lì ci sembrano inutili e senza senso. Avere il tempo di fermarsi al parco, oppure prendersi un pomeriggio per andare a fare merenda con calma in una bella pasticceria, ma anche più banalmente buttarsi sul divano e leggere un libro insieme, sono piccole gioie che contano molto di più di tutti i certificati raggiunti o le coppe vinte.
I bambini hanno anime bellissime, se stimolati e lasciati fare riescono a sorprendere costantemente noi adulti, ma oggi non hanno più spazio per lasciarle emergere perché sono troppo oberati di impegni e costantemente di corsa.
Cari genitori, me compresa, ricordatevi e ricordiamoci di respirare ogni tanto, di mollare gli impegni e dare un calcio al tran tran, grattiamo il cioccolato in fondo alla tazza e andiamo a lavoro con calma: insegneremo ai nostri bambini molto di più che se li avessimo portati a dieci lezioni di tennis.