Le illustrazioni hanno un grosso peso negli albi illustrati(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che destinati all’infanzia. I bambini amano ascoltare la storia letta ad alta voce e ritrovare ciò che viene narrato nei disegni. Spesso cercano conferma nelle immagini per essere rassicurati, per dimostrare a loro stessi che hanno capito, per il gusto di soffermarsi su certi particolari che li appassionano o incuriosiscono.
Se le immagini contraddicono quanto viene enunciato dal testo, state certi che i piccoli se ne accorgeranno e ve lo faranno notare. Loro ricercano la coerenza in tutto, nei nostri esempi, nelle nostre azioni, e anche nelle storie che gli leggiamo. Solo quando saranno più grandi saranno preparati a cogliere l’ironia, a leggere oltre, a capire che l’autore ha volutamente lasciato aperto un varco all’immaginazione, al dialogo, alla propria personale interpretazione.
Mia figlia (3 anni), per esempio, ogni volta che leggiamo “I cinque malfatti” di Beatrice Alemagna (edito da Topipittori), si chiede (e mi chiede) perché il personaggio del perfetto, nell’ultima pagina, sia disegnato con la bocca chiusa, quando il testo dice: “E rimase lì, a bocca aperta, come un vero, perfetto, stupido”.
Nell’albo che vi presento oggi, “Caccia alla tigre dai denti a sciabola“, pubblicato da Sinnos, ci sono diversi punti in cui le illustrazioni sembrano poco attinenti al racconto. Per farmi seguire senza interruzioni e continue richieste di spiegazioni dalla mia bambina ho dovuto fare piccole modifiche al testo, aggiungere qualche chiarimento, suggerire cosa guardare nella pagina.
Caccia alla tigre dai denti a sciabola
Pieter van Oudheusden – ill. Benjamin Leroy, traduzione di Laura Pignatti, Sinnos, 2015
Età di lettura consigliata: dai 5 anni
Se i vostri bambini hanno più di 5 anni, non penso che avrete bisogno di fare revisioni al testo come ho fatto io. E credo anche che comprenderanno meglio il “messaggio” sotteso al libro, l’idea su cui poggia la storia inventata dall’autore belga Pieter van Oudheusden.
La trama
Siamo in un tempo molto lontano, quello dei popoli primitivi, quando per sopravvivere uomini e donne si dedicavano alla caccia e alla raccolta. Un tempo antico dominato da leggende, superstizioni, previsioni a cui tutti credono, pur non capendone pienamente il senso. Un tempo in cui si pende dalle labbra di stregoni e capi tribù.
Testa tra le Nuvole un giorno dice: “La tigre dai denti a sciabola è vicina”.
E tutti di conseguenza hanno paura. Bisogna fare qualcosa! Bisogna trovarla e combatterla! Anche il giovane Olun vuole aiutare, ma il suo coraggio non è premiato. Anzi, considerato un intralcio, mingherlino e buono a nulla, viene scacciato.
Il ragazzo non si dà per vinto e decide di andare da solo a compiere l’eroica impresa. Armato di una lancia e di un sassolino offertogli in dono dallo stregone: “Tieni. Questa pietra magica ti proteggerà da ogni pericolo”, va a cercare la belva feroce.
Quando si accorge che Uma, bellissima come un arcobaleno dopo il temporale, lo sta seguendo, l’allontana bruscamente: “Sono cose da uomini”, le dice, pensando di far colpo. Ma di creature selvagge e minacciose non c’è neanche l’ombra… Saranno scappati tutti perché la tigre è vicina?
A un tratto Olun sente un rumore minaccioso e agghiacciante e capisce cosa deve fare! Per catturare la bestia e renderla innocua ha deciso che traccerà una riga su una roccia usando il sassolino bianco regalatogli dallo stregone. In questo modo la belva è imprigionata e non può muoversi.
Disegnare, è questa la magia a cui faceva riferimento lo stregone!
Grazie alla sua importante scoperta, Olun viene finalmente considerato un eroe. Disegnare diventa in breve tempo l’attività più amata dai primitivi. Rocce, tronchi, piccole pietre si accendono di nuova vita e la natura si fa più vivace, varia, colorata e sicura.
La bella e intelligente Uma, ricorrendo anch’essa all’arte del disegno, troverà il modo di tenere sempre legato a sé il suo innamorato.
Illustrazioni dalla forte personalità
“Caccia alla tigre dai denti a sciabola” è una favolaracconto breve di tipo fantastico la cui origine risale all’autore greco Esopo (VI sec. a.C.), che descrive in maniera pungente divertente, avventurosa, peculiare, che risulta particolarmente intrigante grazie a illustrazioni briose, espressive, dal segno caricaturale. Le figure primitive disegnate da Benjamin Leroy hanno silhouette filiformi o corpulente, braccia lunghe, occhioni espressivi, movenze buffe. Tanti personaggi, indaffarati, simili gli uni agli altri, che compongono scenette simpatiche e particolareggiate su cui vale la pena soffermarsi una a una.
Come spiegavo all’inizio, però, questo fermento di colori, azioni e personaggi in movimento rischia di disorientare il giovane lettore alla ricerca di una corrispondenza tra linguaggio verbale e illustrativo. A pagina 10, per esempio, si parla per la prima volta del protagonista, Olun, ma fra i personaggi disegnati lui non compare: qual è? dov’è? mi chiedeva insistentemente mia figlia inizialmente.
O ancora, a pagina 12, lo stregone è circondato da oggetti, arnesi e affari strani. Si fa fatica a distinguere il sassolino magico che viene offerto in dono al ragazzo. Eppure è così importante, un elemento fondamentale del racconto.
Basta qualche rilettura e una comprensione maggiore del testo per far sì che queste iniziali difficoltà vengano superate. La storia “prende” e non ci vuole molto per entrare in sintonia con lo stile ironico e scanzonato della narrazione.