Conoscete Ciacio, l’orsiglio viaggiatore? Ve lo presentiamo noi!

Il protagonista di questi albi è ispirato ad una “storia vera”; Ciacio infatti è innanzitutto un pupazzo di peluche, un po’ più chiaro e consumato della sua versione cartacea, che fa compagnia all’autrice sin dall’infanzia.

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Ciacio ha incrociato la nostra storia familiare per caso finendo poi per stabilirsi tra noi soprattutto grazie alla primogenita di casa, al tempo di un anno e mezzo, che una volta scopertolo non se lo è più tolto dalla testa.

Ciacio l’orsiglio, metà orso e metà coniglio: la serie

Ciacio nasce dalla matita di Sarah Khoury, illustratrice ed autrice italiana formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, attualmente di stanza ad Antibes, in Francia; Lavieri ha iniziato la pubblicazione delle avventure di Ciacio nel 2011 con il primo volumetto della serie: “Ciacio e il mare”.

Sono seguiti altri quattro libri:Ciacio al Polo” (2012), “Ciacio in Amazzonia” (2015), “Ciacio in campagna” (2016), fino al più recente e -ad oggi- ultimo “Ciacio nel bosco” (2018), tutti editi da Lavieri.

i libri di Ciacio

Ispirato a un pupazzo di peluche “vero” e viaggiatore

Il protagonista di questi albi è ispirato ad una “storia vera”; Ciacio infatti è innanzitutto un pupazzo di peluche, un po’ più chiaro e consumato della sua versione cartacea, che fa compagnia all’autrice sin dall’infanzia. È piccolino, sta comodamente dentro ad uno zainetto, una valigia o semplicemente in tasca, non è difficile quindi portarselo a zonzo per il mondo, cosa che Sarah Khoury fa da sempre. Da appassionato viaggiatore contemporaneo, anche il pupazzo Ciacio ha il suo blog personale, dove sono raccolte le fotografie del suo vagabondare.

il ciacio vero
Il Ciacio vero, dal blog https://mynameisciacio.blogspot.com/

Il viaggio è al cuore dei libri che lo vedono protagonista

Così come al Ciacio “reale” tocca andare là dove viene portato, anche al suo alter ego illustrato succede di partire senza deciderlo e senza sapere dove stia andando: ora è il vento che lo porta via, appeso ad una foglia o ad una piuma, ora l’onda del mare che lo trascina nelle sue profondità. Altrimenti è la sua stessa padroncina che lo carica in bicicletta o lo infila nello zaino e se lo porta appresso; e Ciacio, ogni volta, si affida. Non è mai spaventato da queste improvvise partenze, non oppone resistenza, e così approda sempre in un “nuovo mondo”, più o meno vicino, più o meno familiare, ma ogni volta sorprendente. Ciacio ha la splendida ingenuità di chi non guarda al reale e all’ignoto come fonti di minaccia ma con lo spirito di chi invece si lascia incuriosire da tutto.

Ciacio guarda l'orizzonte

L’orsiglio esplora di volta in volta un diverso ambiente naturale, caratterizzato da una fauna e una flora peculiari; l’autrice dedica ad esse uno studio attento, scientifico, per poterle rappresentare nel modo più fedele possibile, concedendo però un tratto fortemente espressivo a tutti gli animali raffigurati.

Ciacio è piccolino e spesso non può che avere una visione parziale di ciò che gli si para davanti; l’effetto è buffissimo perché questo lo porta a dare una lettura creativa delle cose, un po’ come farebbe un bambino che compensa la mancanza di informazioni mescolando fantasiosamente quello che sa. Il maestoso orso polare che sonnecchia tra i ghiacci diventa ad esempio una “buffa montagna pelosa”; montagne sono anche le foche, così morbide da essere “perfette per dormire al caldo”. I tentacoli della medusa non sono altro che “lunghe orecchie”, così simili alle sue in effetti. Il palco del cervo, in cui rimane impigliato, è scambiato per un albero. La sinuosa coda dal giaguaro nero gli si presenta come una pianta ondeggiante. E le fauci spalancate dello squalo? Il “largo sorriso” di un mostro.

Ciacio viaggia

A vantaggio dei lettori, piccoli e grandi, nel risguardo conclusivo di ogni volume vengono presentati tutti gli animali protagonisti dell’avventura in questione, così che, lettura dopo lettura, si finisce per riconoscere quelli più familiari (come il vitello, il pettirosso, il cane…) e si imparano i nomi anche delle creature più lontane dall’esperienza diretta (il beluga, il tucano, il pesce abissale…), arricchendo conoscenza e vocabolario.

gli animali nel libro di Ciacio

Ritrovarsi in un abbraccio

I viaggi di Ciacio si concludono sempre allo stesso modo: torna dalla sua bambina. Un abbraccio finale, un tenero scambio di sguardi… il ritrovo è sempre dolcissimo. Sarà forse la certezza che qualcuno, a casa, lo aspetta sempre a rendere Ciacio così sereno di fronte ad ogni nuova partenza.

l'abbraccio

La serie delle avventure di Ciacio è stampata su carta rigida e ruvida, ottima per le manine dei bimbi. Le illustrazioni sono coinvolgenti e rassicuranti, sia per la loro estrema vivacità cromatica, ricca di contrasti, sia per il tratto soffice, rotondo che le caratterizza.

Su youtube è possibile trovare alcuni time-lapse della realizzazione delle tavole che mostrano bene il lavoro stratificato (di acrilico su matita colorata e viceversa) con cui la Khoury ha operato per questi albi.

Il testo scritto è in forma di discorso diretto, a parlare, a pensare, è proprio il piccolo protagonista; le frasi sono brevi, una per ogni apertura, ma non semplicistiche nella scelta dei vocaboli, verbi ed aggettivi in particolare. Anche questo è un tratto interessante per i piccini, sempre avidi di parole nuove con cui dire il mondo.

Ciacio l'orsiglio

Ciacio è destinato a restare nei cuori dei bambini e non mi stupirei se ogni piccolo lettore delle sue avventure finisse per avere in cameretta un pupazzo con il suo nome. Noi lo abbiamo, un Ciacio magrino e allampanato, con un nastro rosa al collo e due lunghe, lunghissime orecchie.

Consigliato dall’editore a partire dai tre anni.

ciacio e la bambina




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