Explorers: qualcosa di più di una semplice visita al museo

Il giovane protagonista non pare interessato alle bellezze conservate nel museo, ciò che fa è solo correre dietro al suo uccellino di carta, fino a quando una mano sconosciuta...

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Un libro incomincia sempre dalla copertina; essa è il primo volto con cui si presenta al potenziale lettore, attraendolo o respingendolo, celando o svelando, almeno in parte, il suo contenuto. Talvolta la storia trova lì il suo incipit oppure qualche importante anticipazione. Questo discorso, come è facile capire, interessa moltissimo gli albi illustrati.

In EXPLORERS, silent book di Matthew Cordell, Edizioni Clichy 2020, copertina e quarta di copertina, nel loro insieme, ci offrono persino uno stralcio di trama, una sorta di preludio che si chiarifica dopo l’intera lettura dell’albo.

copertina di Explorers

Qui troviamo infatti i protagonisti del racconto, due famiglie, una sul fronte e l’altra sul retro del libro, composte da padre, madre, figlio e figlioletta minore; famiglie per certi versi speculari, sovrapponibili l’una all’altra per età e composizione dei membri, per altro invece molto diverse, come ci indicano i loro incarnati e il velo indossato da madre e figlia del secondo gruppo. A separare copertina e quarta di copertina, e dunque a tenere divise anche le due famiglie, c’è tutto il resto del libro che pagina dopo pagina porterà l’una verso l’altra.

Iv copertina Explorers

Un altro indizio che ci è dato ancor prima di aprire l’albo sta in due imponenti scheletri di dinosauro. Il meraviglioso esemplare di Tyrannosaurus Rex che troneggia in copertina non può che rendere questo libro terribilmente attraente.

Siamo collocati così dal punto di vista spaziale, evidentemente in un museo, e ciò permette di leggere nel titolo una prima sfumatura interessante. Intelligentemente non tradotto in italiano, il termine “explorers” ci fa pensare a qualcosa di più di una semplice gita o di una visita al museo; essere esploratori implica un coinvolgimento attivo, l’esplorazione fa pensare alla disposizione per la ricerca e alla scoperta inattesa, evoca territori sconosciuti, faticosi attraversamenti, errori e preziose conquiste. È bello associare tutto ciò all’esperienza museale, cosa che implicitamente invita a goderne.

interni di Explorers

Quando finalmente apriamo il libro, prima ancora di colophon e frontespizio, le tre aperture iniziali ci raccontano un importante antefatto: accanto al chiosco degli hot dogs presso il quale la nostra prima famigliola si è fermata per uno spuntino, siede un uomo dall’aspetto trascurato, il volto nascosto da una barba incolta, un berretto giallo calcato in testa e degli spessi occhiali; traffica con con dei ritagli di carta con i quali realizza piccoli animaletti, degli origami forse, che qualche misterioso artificio rende in grado di svolazzargli attorno. Sopra di lui un cartello reca la scritta “MAGIA”. Uno dei suoi uccellini di carta cattura l’attenzione del bambino e il padre glielo concede.

La famiglia procede poi verso la sua destinazione, il museo appunto; in testa il bambino, preceduto dall’uccellino che, quasi fosse dotato di intenzionalità propria, vola verso il complesso monumentale. Ora comincia l’esplorazione.

al seguito dell'uccellino di carta

Il giovane protagonista non pare interessato alle bellezze conservate nel museo, ciò che fa è solo correre dietro al suo giochino di carta, trascinandosi appresso il resto della famiglia, sempre più scocciata. In queste corse, compie lunghi tragitti portandoci tra le tante sale del museo, lasciandone intravedere i tesori: scheletri preistorici, armature medioevali, sfingi e mummie egizie.

L’uccellino ad un certo punto viene acciuffato da una mano sconosciuta. Si ha qui il primo incontro tra la famiglia di copertina e quella di quarta; ad averlo preso infatti è un ragazzino dalla pelle olivastra, incappato per caso in quel buffo oggetto volante. L’incontro parte decisamente col piede sbagliato: il gesto non viene gradito dal legittimo proprietario che reagisce con rabbia, tra l’imbarazzo dei suoi genitori e la costernazione del malcapitato e dei suoi famigliari. Per arrivare ad uno scioglimento positivo bisognerà continuare a seguire il percorso del primo ragazzino e vederlo affrontare una difficile prova: rincorrendo l’uccellino infatti si perde nell’immenso museo, una situazione che riuscirà a risolvere solo con l’aiuto altrui.

Alla fine i due bambini e le rispettive famiglie si incontreranno nuovamente, non a caso proprio nella sala degli esploratori, alle cui pareti troveremo anche un ritratto molto familiare, quello dell’uomo barbuto già visto prima di entrare, lo stesso uomo a cui si deve, in un certo senso, il perdersi del giovane protagonista e che sembra vegliare ora sul suo essersi ritrovato.

Explorers

Nel termine “explorers” riconosciamo a questo punto qualche sfumatura aggiuntiva: pensiamo allo scontrarsi e incontrarsi, allo smarrire e smarrirsi, al trovare e ritrovarsi dentro e fuori di sé.

La storia che Matthew Cordell ci racconta con queste illustrazioni silenziose ha la sua forza proprio nel titolo che apre e amplia la storia, di per sé lineare e in parte prevedibile. Un tocco di mistero nel finale ci riporta al dubbio che ci aveva colti nella sala degli esploratori: l’incontro tra queste due famiglie non sembra casuale, qualcosa di magico potrebbe averci messo lo zampino; anzi il becco, quello di un uccellino di carta.

RISPARMI 5,08 €
Explorers. Ediz. a colori
  • Cordell, Matthew (Autore)
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