Lui si chiama George, gli piace sbirciare dalle finestre e nei diari segreti altrui, dormire fino a tardi, imparare il francese. È il presidente di un club segreto e qualche volta, per fare colpo, racconta di aver compiuto imprese piuttosto improbabili ma è ben più delicato di quel che vorrebbe dare a vedere. Segni particolari? Un dente d’oro (almeno da un certo punto in poi) e d’oro, indubbiamente, anche il cuore.
Lei è Martha, la si riconosce per le ampie gonne fantasia, non ne mette mai una che abbia già indossato in precedenza. I tulipani sono i suoi fiori preferiti e per vezzo ne porta uno dietro all’orecchio, alternandolo ad un fiocchetto colorato. Le piace rimirarsi nello specchio (almeno fino ad un certo punto), suonare il sassofono, insegnare il francese. È difficile nasconderle qualcosa e non dimentica gli affronti ma ancor di più sa riconoscere ciò che è davvero prezioso per la sua vita.
Prima e sopra a tutto, ad entrambi piace trascorrere il tempo insieme: George e Martha sono infatti grandissimi amici. E sono grandissimi… ippopotami.
Eclettici e pieni di energia, il loro impegno maggiore resta comunque quello di prendersi cura l’uno dell’altra, alimentando la loro amicizia a suon di scherzetti, scaramucce e struggenti atti di reciproca benevolenza.
George e Martha
di James Marshall, traduzione di Sergio Ruzzier, 196 pagine, costo 18 Euro, Lupoguido 2023 – Lettura consigliata: dai 4 anni
Nati negli anni Settanta dalla penna autodidatta del texano James Marshall, questi due pachidermi arrivano oggi per la prima volta al pubblico italiano grazie alla casa editrice Lupoguido che mette a scaffale, ancora una volta, un libro che è anzitutto un oggetto indiscutibilmente bello; la cura che sempre contraddistingue l’editore milanese nelle sue scelte grafiche e tipografiche (formatoindica la grandezza, la dimensione del libro, quanto misura da chiuso., carta, copertina(o prima di copertina): la facciata di presentazione del libro, in cui compare un’illustrazione, il titolo e generalmente il nome e risguardiRisguardi di copertina, detti anche sguardie o risguardie: sono i primi fogli che troviamo aprendo il libro (quello di sinistra, impaginazione, margini…) è messa ottimamente a servizio di questo nuovo libro, che risulta interessante e insolito per le mani dei bambini; è infatti un volume che esce dai canoni più tradizionali dell’albo illustrato(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che, sia per dimensione (un bel quadrato da 18.5 cm x 18.5 cm) sia per numero di pagine (quasi 200!).
Il fascino maggiore però è imputabile proprio ai due protagonisti, che sono poi anche gli unici personaggi del libro. Gli ippopotami George e Martha risultano immediatamente cari e familiari: sono buffi e un po’ grotteschi, fanno pasticci ed errori di valutazione, talvolta si arrabbiano o si demoralizzano, si pavoneggiano e sopravvalutano, litigano e meditano a lungo le dovute ripicche e tutto ciò li rende personaggi credibili e curiosi, lontani da qualsivoglia ideale di perfezione; ciò che è straordinario è come insieme riescano sempre a compensarsi irraggiando una positività assoluta e contagiosa, che ci comunica che alla fine, dicendo o facendo la cosa giusta al momento giusto, si può rimediare a qualsiasi scivolone proprio o altrui, almeno fino a quello successivo. È incredibile come questi due goffi ippopotamoni riescano a dirsi cose bellissime (e semplicissime, in fondo) senza mai risultare stucchevoli; pur nella loro ingombrante fisicità, quando serve sanno agire verso l’amico, l’amica, con estrema finezza di gesti e parole, misurandoli al millimetro, o correggendoli se necessario, perché non feriscano, perché siano di supporto al bisogno, perché esplicitino tutto l’affetto che c’è.
Fra i miei episodi preferiti c’è quello in cui i due amici trascorrono una giornata in spiaggia e Martha, sprezzante del consiglio e degli avvertimenti di George, rifiuta di mettersi la crema solare. Il giorno dopo la ritroviamo a letto con una tremenda, e preannunciatissima, scottatura, tanto forte da averle mutato l’abituale colorito grigio in un rosa tale a quale a quello del tulipano che ha in testa. E cosa le dice George? Nulla. Non le disse “te l’avevo detto”. Perché George è un vero amico. Che ammirazione per questa capacità di silenzio!
Le mie figlie invece, con meno romanticismo di me, voterebbero la loro preferenza per l’episodio La storia schifosa, esilarante sin dal titolo. Insomma, ce n’è per tutti i gusti!
Il segno grafico di Marshall è al contempo essenziale e completo; non manca nulla alle sue tavole per intercettare l’attenzione e il gusto di un piccolo lettore, mantenendo anche potenza e coerenza narrative. Figure semplici ma mai banali, minimali anche riguardo alle scelte di riempimento cromatico (i colori utilizzati sono sempre gli stessi quattro o cinque in tutto il libro). Nelle tavole c’è molto spazio bianco, sfondi per lo più neutri, pochi elementi decorativi, sebbene non manchino qua e là dei dettagli capaci di rendere precisi e ricorrenti ambienti e situazioni, nonché di incuriosire i lettori che, soprattutto se ancora molto giovani, saranno istintivamente portati a non trascurare ciò che sta intorno al fuoco dell’illustrazione (i quadri alle pareti, gli arredi e l’oggettistica, l’abbigliamento, le comparse…) e non solo al suo centro.
Le loro storie sono molto brevi, durano da un minimo di due ad un massimo di cinque doppie pagine, un breve testo a sinistra, le illustrazioni a destra; potremmo definirle degli sketch narrativi, anche per il loro tono umoristico, e sono molto ben costruite: si aprono con una copertina-titolo illustrata, hanno un preciso incipit, uno svolgimento e una chiusura, arrivati alla quale resta la voglia di leggerne subito un’altra, come fossero gustose caramelle, per poi ritornare indietro a recuperare tutte le preferite.
Il volume raccoglie quattro diversi libri, originariamente pubblicati separatamente: George and Martha (1972), George and Martha Encore (1974), George and Martha Rise and Shine (1976) e George and Martha One Fine Day (1978), editi negli USA da Houghton Mifflin. A completare la serie ci sono altri tre libri, usciti tra l’80 e l’88, dei quali Lupoguido ha già annunciato la pubblicazione in una prossima seconda ed ultima raccolta.
Nel 1997, qualche anno dopo la morte di Marshall, l’editore americano pubblicò una raccolta completa di tutti e sette i libri e relative 35 storie di George e Martha in occasione del venticinquesimo anno dalla loro creazione, affidando la prefazione del volume niente meno che a Maurice Sendak, prefazione che Lupoguido ha saggiamente deciso di includere nell’edizione italiana. Sendak, grande amico di Marshall, in questa sede ebbe per lui parole intense e commosse, cariche di ammirazione umana e riconoscimento professionale, che già allora accesero i riflettori su un artista noto ma non sufficientemente valorizzato. Questo scritto è inoltre ancora oggi un contributo prezioso in generale sull’arte, l’editoria e l’infanzia ed è bello trovarlo in apertura di un libro i cui destinatari primari sono bambini d’età prescolare e che quindi passerà necessariamente tra le mani degli adulti che lo leggerano per loro; è un’occasione per questi genitori, educatori, insegnanti per considerare il libro stesso con molto riguardo e, per estensione, per approcciare la letteratura illustrata tutta riscattandola dal pregiudizio che la relega a “quisquilia” per bambini, riscoprendone il valore di nutrimento per lo spirito.
Detto tutto ciò e soprattutto dopo aver incontrato George e Martha, credo valga assolutamente la pena approfondire la conoscenza del lavoro di James Marshall, che personalmente ignoravo. Facendo qualche ricerca, mi sono imbattuta in due contributi interessanti che segnalo: un articolo sul sito di Harper Collins Publishers 6 fatti sull’autore James Marshall e la sua serie George & Martha – HarperCollins, in cui si trovano curiosità su Marshall e sulla serie di George e Martha, come lo spunto da cui nacquero i loro nomi, presi a prestito dai protagonisti della commedia di Edward Albee How’s afraid of Virginia Wolf? (Chi ha paura di Virginia Wolf?), grande passione della madre di Marshall. Poi una breve video-intervista in cui è lo stesso artista a parlare di sé, raccontando aneddoti d’infanzia e facendo considerazioni sul suo percorso di illustratore (165) Getting to Know James Marshall – YouTube. In rete si rintracciano facilmente anche le puntate del cartoon ispirato alla serie e trasmesso in Canada e USA dal 1999 (qui la sigla (165) George and Martha- Intro – YouTube).
In Italia, prima d’oggi, di Marshall non era stato pubblicato praticamente nulla, eccezion fatta per l’albo, già fuori catalogo, Il lupo Ballerino, testo di J. Marshall, illustrazioni di M. Sendak (Babalibri 2001, titolo originale Swine Lake, Harper Collins Publishers 1999) che, con l’occasione, ho avuto il piacere di recuperare, trovandoci anche un piccolo omaggio di Sendak proprio al nostro George e indirettamente all’amico James, già scomparso quando il libro uscì.
Auspico quindi una riscoperta più estesa della sua produzione da parte dell’editoria nostrana, così da portare al pubblico, giovane e non, il lavoro di quello che lo stesso Maurice Sendak definì come “l’ultimo di una lunga stirpe di maestri”.