Una lunga striscia di denti affilati, un’altezza imponente, una mole spaventevole… insomma, tutti sanno che i coccodrilli sono pericolosi. Basta guardarli!
Tuttavia, proprio se ci soffermiamo a guardare Hugo, già a partire dalla copertina(o prima di copertina): la facciata di presentazione del libro, in cui compare un’illustrazione, il titolo e generalmente il nome Leggi il suo aspetto ci spiazza. Pur rispecchiando tutte le caratteristiche appena descritte, non ci sembra terrificante. Piuttosto può apparire bizzarro, se non decisamente buffo.

Ed è proprio su questa ambivalenza, su ciò che si pensa a proposito dei coccodrilli (sono cattivi, sanguinari e pericolosissimi!) e la natura bonaria e delicata di Hugo, che gioca con bravura e intelligenza Mia Nilsson, dando vita a un personaggio divertente e convincente che in Svezia, paese d’origine, è diventato il protagonista di una serie di albi illustrati(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che Leggi amati da bambini e bambine.
Bravo il Barbagianni Editore ad averlo intercettato e ad aver reso possibile anche ai lettori italiani l’incontro con questo controverso “bestione”.
Hugo. Cattivo, sanguinario e… pericolosissimo?
di Mia Nilsson, traduzione di Susanna di Cosimo e Tor Anders Gronlund, Il Barbagianni Editore, 2019 – Età di lettura consigliata: dai 4 anni

Hugo vive in una casetta sul limitare del bosco, da qualche parte al Nord. Conduce un’esistenza solitaria, coltivando i suoi hobby: la cucina, la maglia, i lavori domestici. Ma nessun abitante del posto se ne interessa perché nessuno osa avvicinarsi… non si è mai visto un coccodrillo al Nord! Lì è un pesce fuor d’acqua, un alieno. E in effetti è un coccodrillo d’importazione, se così si può dire. Un coccodrillo di circo che, a causa di un sabotaggio, si ritrova catapultato in un grande bosco sconosciuto.
Cervi, gufi, volpi, lupi, cinghiali lo guardano con sospetto, vociferando che si tratti di un orribile e sanguinario mostro. E tutta questa reticenza e avversione nei suoi confronti ovviamente addolora Hugo, che non ha uno straccio di amico, nonostante sia prodigo di sorrisi e premure.

La narrazione procede lineare su questi binari, fino a quando si verifica un episodio imprevisto che aumenta il pathos e rovescia la prospettiva. Il cambiamento avviene quando Hugo, con uno slancio di altruismo e generosità, salva da morte certa due cuccioli di cinghiale che stavano per essere investiti da un’auto. Il suo nobile gesto rende evidente a tutti, a mamma cinghiale in primis, che Hugo ha un cuore grande e che non è un essere mostruoso come si dice.

Finalmente gli animali del bosco accolgono il suo invito ad andare a trovarlo a casa, per fare una bella merenda tutti insieme, gustandosi le leccornie preparate dal coccodrillo.
Certo, quando Hugo sbuca di soprassalto col suo ghigno pieno di denti e brandendo energicamente coltello e forchetta, un brivido di spavento scorre ancora lungo la schiena degli invitati. Il sospetto di avere di fronte un gigante minaccioso pronto a papparseli in un boccone si insinua nuovamente… ma oramai è impossibile tornare sui propri passi. Oramai non resta che aspettare e vedere come andrà a finire.

Una storia e un personaggio di una simpatia trascinanti, resi ancora più amabili da uno stile illustrativo moderno e spavaldo, dal segno dettagliato, che ricorre a una palette cromatica originale, basata su colori saturi e forti contrasti.
Un racconto di amicizia e conoscenza reciproca, che a un primo livello di lettura risulta umoristico e velato da un pizzico di suspense, ma volendo scendere più in profondità, porta a meditare su quanto sia sbagliato e controproducente farsi condizionare da pregiudizi e malelingue.

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