L’annuncio della collana I Gabbiani dai quei coraggiosi tipi delle Edizioni Primavera mi ha trovato entusiasta, sapendo poi che la curava Federica Iacobelli non ho avuto alcun dubbio su qualità, eleganza e ricchezza di contenuti delle pubblicazioni.
I Gabbiani è una collana di letteratura teatrale per giovani lettori, il cui nome, sofisticato, evocativo ed efficace è un omaggio all’opera di Anton Pavlovič Čechov e prende il volo con tre titoli:
- I figli di Medea di Per Lysander e Suzanne Osten, traduzione di Laura Cangemi
- Lucy/Gli orsi di Karin Serres, traduzione di Federica Iacobelli e Claire Uzenat
- Wild Girl, Wild Boy di David Almond, traduzione di Alessandra Valtieri

Federica Iacobelli come autrice è dotata di profondità di sguardo, capacità di inabissarsi nelle pieghe dell’animo umano per poi riemergere con rinnovate visioni. Alla stessa stregua come curatrice della collana ci ha regalato testi che scavano in profondità, prendono per mano conducendo il lettore negli abissi e poi sospingono verso l’alto invitando a riemergere.
Osate e non dubitate dei ragazzi: vi sorprenderanno!
Vi immagino lì a chiedervi se i ragazzi siano disposti a leggere testi teatrali di tale portata. Mi sento di suggerire di smetterla di dubitare di loro e di preoccuparci di offrire qualità, ricchezza di contenuti, testi che suscitino domande e non offrano ricette o risposte, che offrano mappe per orientare lo sguardo non tracciati preconfezionati. Vi sorprenderanno!
I protagonisti di queste tre opere, lungi dall’essere inerti e abulici come molti dei protagonisti di Cechov, sono altresì tormentati e combattono con l’esistenza e il mondo là fuori, tuttavia qui abbiamo la forza vitale dell’infanzia, della preadolescenza, dunque della speranza; e se i protagonisti del teatro russo vagheggiano un indefinito futuro, quelli de I Gabbiani sono il futuro.
Ivanov1dice: “mi aggiro come ombra tra gli uomini e non so chi sono, perché vivo, che voglio” non sono queste domande legittime anche per un ragazzo in cerca di se stesso?
O quelle che si pone Charlotta non ricordano quesiti tipici dell’adolescanza?2: “sono proprio sola, sì, sola, non posso contare su nessuno… chi sono io e che ci sto qui a fare, nessuno lo sa…”
Al contrario dei personaggi di Cechov questi ragazzi però non si rassegnano e come potrebbero?
La vita è appena esplosa nelle loro mani e ancora non hanno imparato a gestirla e tuttavia vi è una selvatica primordiale sapienza in loro che gli adulti, ormai atrofizzati dalla quotidianità, non comprendono o meglio non ricordano. La letteratura teatrale contiene spazi ampi, silenzi, vuoti da riempire e diventa come scriveva A.M. Ripellino “diagramma di incontri, di separazioni, di addii”.
Tutti i protagonisti delle opere della collana I Gabbiani sembrano chiusi nel cerchio delle proprie sofferenze ed estranei l’un l’altro, non sanno comunicare né porgersi aiuto sino a quando quel cerchio non è più barriera, muro, confine e viene valicato di norma da un adulto che recuperando la meraviglia, anche quella del dolore, riesce a entrare in contatto, ricongiungendosi come minatori che scavano dai lati opposti di una muraglia.
Leggere teatro ti induce a interpretare diversi ruoli, come se ti guardassi da diverse prospettive, quasi ti mettessi in scena mostrando le tante sfaccettature dell’animo umano.
Battute, pensieri dispersi, un muto fluire della coscienza, profluvi verbali e conversazioni che spesso somigliano a folli giostre di vaneggiamenti, si addicono ai quesiti esistenziali e fanno della letteratura teatrale e di queste tre opere il luogo della ricerca di se stessi lasciando al lettore quella speranza cui ha diritto.
Un fil rouge lega tutti e tre i titoli ma ognuno è potente e particolare in modo unico. Molte le tematiche e le suggestioni.
In Wild Girl, Wild Boy di David Almond Elaine la protagonista attraversa un dolore immenso, la perdita del padre amatissimo, e lo fa con tutta se stessa, usando tutti i sensi.
Il suo rapporto con la natura è salvifico. Il papà le ha lasciato un orto e quell’orto da curare, che custodisce i ricordi felici, è l’unica ancora di salvezza di Elaine, è il suo Giardino segreto, è il suo Giardino di mezzanotte che la protegge dalla mutilante pedagogia della potatura che il vicino McNamara suggerisce alla sua mamma ritenendo di aiutare.
Elaine enfant sauvage si perde, si ritrova e si riconosce grazie alla natura, all’orto. Nell’ansia degli adulti che non capiscono cosa accade alla Wild girl vi sono echi del perturbante che da Freud in poi conosciamo come ciò che potrebbe essere nascosto e invece è affiorato, al contempo qualcosa di familiare che diventa estraneo come accade ad Elaine con la mamma e con il mondo esterno.
Il perturbante condivide con la letteratura per ragazzi la dimensione liminare. Quella dimensione di soglia che trasforma la stanza di Elaine in orto, il suo amato orto-rifugio, come la stanza di Max Nel paese dei mostri selvaggi diventa foresta nella quale viaggiare dentro se stesso, perdersi e ritrovarsi. Che poi è che quella stanza del figlio, sede di gestione indipendente.
La dimensione dell’Unheimlich (del perturbante) generato dalla confusione tra realtà e immaginazione che nasce da un conflitto interiore è presente anche nel poetico Lucy/gli Orsi di Karin Serres laddove Lucy vede oltre il visibile con quel senso in più che appartiene all’infanzia, ma nondimeno all’adulto che vorrà valicare la soglia sarà concesso di godere della stessa meraviglia, di ritrovare lo stupore perduto.
Unheimlich e stanza del figlio quale luogo di costruzione della propria autonomia sono temi che ricorrono anche nel bellissimo I figli di Medea di Per Lysander e Suzanne Osten, raffinata rivisitazione della Medea di Euripide, laddove l’infanzia si fa protagonista e ridefinisce i ruoli mostrando come sempre molta più lungimiranza degli adulti.
Una nota meritano le belle illustrazioni delle copertine(o prima di copertina): la facciata di presentazione del libro, in cui compare un’illustrazione, il titolo e generalmente il nome Leggi a cura di Viola Niccolai per I figli di Medea, Daniela Berti per Lucy/Gli Orsi, Luca Tagliafico per Wild Girl, Wild Boy.
Buone poetiche letture.
Età 10+
Note:
1 Ivanov
2 Il giardino dei ciliegi
