Una costante attraversa la storia dell’umanità lungo il tempo e lo spazio, un filo rosso che unisce la contemporaneità alla Preistoria e che accomuna popoli molto diversi e fisicamente distanti: è il fascino ancestrale che la specie umana prova per i suoni e la tensione che la spinge a cercare il modo di produrli, di organizzarli e renderli belli da ascoltare. In una parola: la musica.
All’inizio gli uomini preistorici pensavano che i suoni provenissero dagli dèi o dagli spiriti. Poi […] si accorsero che potevano imitarne alcuni […]. Se li emettevano uno di seguito all’altro, veniva fuori qualcosa di simile al canto degli uccelli: furono le prime musiche realizzate dagli uomini.
Dall’imitazione della natura, che per prima deve aver ispirato i nostri antenati con la sua ricchezza di manifestazioni sonore (crepitii, rombi, fischi, scrosci, rollii…), gli uomini sono passati ben presto all’impresa di creare qualcosa di nuovo, di artificiale, ovvero non già dato in natura, e di squisitamente umano.
Sono stati inventati degli oggetti per produrre e modulare suoni, amplificando le potenzialità del corpo. Nel corso dei secoli si è giunti ad una varietà tale di strumenti musicali da farci perdere l’orientamento e dimenticare quasi che essi non esistono da sempre così come ci si presentano oggi ma sono frutto di percorsi lunghi e affascinanti, che parlano di viaggi, di scoperte, di tradizione e innovazione, di eventi cruciali in cui l’Ingegno ha incrociato il Caso.
La grande orchestra
“La grande orchestra” è un libro illustratoLibro accompagnato da un numero variabile di illustrazioni, che in alcuni casi fungono da semplice ornamento, abbellimento e decorazione delle Leggi pubblicato in Italia per Gallucci nel 2019 con la traduzione dal francese di Camilla Diez. L’autrice e l’illustratrice, Caroline Laffon e Gaia Stella, ci prendono per mano e ci accompagnano nella conoscenza degli strumenti musicali, cercando anzitutto di dipanare il groviglio delle loro storie, o almeno di alcune, e di darci delle coordinate orientative di fronte alla varietà e alla specificità che il generico termine “strumento musicale” racchiude.
È un libro destinato primariamente ai bambini in età scolare e si prefigge l’ambizioso scopo di mettere ordine nella vastissima “grande orchestra” degli strumenti musicali. Si impara innanzitutto a classificarli e raggrupparli in famiglie, non in base al loro aspetto bensì al modo in cui producono i suoni. Ci si addentra poi nella conoscenza delle singole famiglie e dei loro elementi, ricevendo molte informazioni sulle loro caratteristiche, sul loro passato e sull’evoluzione che li ha portati ad essere quelli di oggi.
Scopriamo, per esempio, che la tromba è uno strumento molto arcaico, usato già nell’Antica Grecia, ma che in origine emetteva solo tre tipi di suono. Fu l’invenzione ottocentesca del pistone a fare la sua fortuna, permettendo la modulazione del suono prodotto.
Curiosa poi la storia della fisarmonica, la cui diffusione, si narra, sia da attribuire ad un bambino marchigiano particolarmente curioso e tenace: Paolo Soprani smontò interamente la fisarmonica che un pellegrino gli aveva regalato come gesto di gratitudine per l’ospitalità ricevuta dalla famiglia del piccolo. Paolo, una volta adulto, divenne uno dei più grandi costruttori di fisarmoniche d’Italia.
Che dire poi della chitarra, forse il più noto e utilizzato tra gli strumenti?
Pare abbia avuto origine in Medio Oriente giungendo alle porte dell’Europa attraverso i mercanti che si spostavano lungo la Via della Seta. Tra la forma più antica di chitarra, il liuto, e la più moderna, quella elettrica, si è sviluppata una schiera di “cugini” derivati da quell’antenato comune, tipici di paesi e culture sparsi su tutti i continenti: il banjo americano, il mandolino italiano, il l’oud arabo, il bouzouki greco… La storia della chitarra è emblematica del potere della musica di creare contaminazioni che travalicano confini culturali e geografici.
Lungo il libro sono disseminati anche degli indovinelli: si sfidano i lettori a riconoscere degli strumenti solo dalla loro illustrazione e dalla sezione in cui sono collocati. Tutte le soluzioni, arricchite da una piccola carta di identità, si trovano nelle pagine conclusive. Un esempio?
DIDGERIDOO
Data di nascita: sono nato più di 22mila anni fa.
Origini: mi suonano gli aborigeni del nord dell’Australia.
I miei cugini: il corno delle Alpi e il karnay uzbeko.
Segni particolari: mi fabbricano con il legno di eucalipto mangiato dalle termiti.
Posso misurare fino a un metro e ottanta e sono decorato con disegni raffiguranti le leggende del mio popolo.
Il libro può essere letto come un racconto, poiché possiede al suo interno una trama narrativa riconoscibile. Può altrimenti essere utilizzato come un piccolo compendio, saltando ora qui ora là, a seconda di ciò che più interessa.
La lettura de “La grande orchestra” potrà soddisfare molte curiosità dei piccoli musicisti ed anche di chi li accompagna nel loro percorso (ricordiamo che l’editore lo consiglia dai 6 ai 99 anni), suscitando al contempo nuovi interrogativi e voglia di scoperta. Perché no, potrà affascinare e magari avvicinare a questo mondo i più digiuni in materia, ispirando passioni sconosciute.