Imparare a leggere e scrivere con il metodo multisensoriale

Abbiamo intervistato Emanuela Angiporti, ideatrice del metodo multisensoriale, per imparare a leggere e a scrivere in modo graduale, spontaneo e giocoso

Nel suo “Leggere e scrivere con il metodo multisensoriale” (Edizioni Centro Studi Erickson, 2019, 344 pagg.), Emanuela Angiporti – piacentina, docente nella scuola primaria specializzata in didattica inclusiva – illustra meticolosamente il percorso che ha progettato per aiutare tutti i bambini a imparare a leggere e a scrivere serenamente e in modo naturale.

Leggere e scrivere con il metodo multisensoriale-Emanuela Angiporti Erickson

Il suo approccio si basa da un lato su conoscenze professionali maturate “sul campo”, nel quotidiano rapporto di osservazione e condivisione con gruppi di bambini e bambine durante gli anni di insegnamento, dall’altro sulle acquisizioni tecniche derivanti dal suo essere formatrice e membro del primo comitato nazionale scuola dell’Associazione Italiana Dislessia fondata dal prof Giacomo Stella, uno dei massimi esperti nazionali in ambito DSA.

Ed è proprio a cura di Giacomo Stella la prefazione del volume qui presentato, di cui riporto un estratto:

«Sappiamo […] quanto sia faticoso per un bambino in difficoltà fare analisi fonologica, leggere e scrivere. Abbiamo anche la certezza che se per un bambino un’attività significa “grande sforzo”, questa non viene da lui ritenuta interessante.

In vari momenti, invece, Luca e gli altri bambini con i quali è stato utilizzato il metodo hanno mostrato coinvolgimento, interesse, “voglia di fare”.

È dunque un percorso “normale”, graduale, giocoso, spontaneo… ecologico!

Se l’apprendimento viene sollecitato in un contesto divertente non occorre stimolare in altro modo la motivazione. Per questo, nella progettazione del lavoro, l’aspetto piacevole dell’attività non è mai disgiunto dal contenuto didattico».

prefazione del prof Stella

Intervista a Emanuela Angiporti

Gentile Emanuela, chi sono i destinatari principali del metodo multisensoriale da lei ideato?

«Il metodo multisensoriale è diretto a tutti i bambini che devono apprendere la lettura e la scrittura, in modo particolare a coloro che presentano difficoltà, come ai bambini che hanno diagnosi di dislessia o qualsiasi altra difficoltà che riguarda la capacità di leggere o scrivere in modo corretto e fluente, e anche ai bambini stranieri».

In cosa consiste il metodo multisensoriale? Quali sono le sue prerogative?

«Il metodo parte dalla sillaba, che è l’unità motoria minima di produzione del linguaggio ed è quella prodotta con facilità da qualsiasi bambino. Qui però si può verificare un problema perché l’unità minima di produzione fonetica non coincide con l’unità minima di rappresentazione ortografica. Quindi bisogna aiutare il bambino a scoprire che la sillaba, nella sua evidenza sonora, mette in ombra i singoli costituenti fonologici (cioè la consonante e la vocale). Lui la percepisce come un tutt’uno a livello fonetico ma quando la scrive deve sapere scomporre le componenti della sillaba, per passare dal fonema al grafema. Quindi, pur essendo un’unità motoria minima, è fatta da due componenti (consonante e vocale)».

interni del libro

Come ha pensato di risolvere questo problema di non poco conto?

«Nel metodo multisensoriale, per identificare i componenti della sillaba, vengono introdotti degli indicatori multisensoriali, vale a dire degli stickers a forma di pallino che presentano caratteristiche visive e tattili.

Abbiamo lo sticker vocale verde con superficie liscia e lo sticker consonante rosso con superficie ruvida. Essendo diversi nel colore e al tatto, risultano riconoscibili ai bambini in modo immediato.».

indicatori tattili e visivi

Un’altra caratteristica che contraddistingue il metodo è la presentazione peculiare dei suoni. Ci può spiegare il criterio che ha seguito?

«I suoni standard della lingua italiana vengono presentati secondo l’alfabetico fonetico internazionale, con una sequenzialità che rispetta le varie difficoltà, i contrasti e le somiglianze fonetiche. Per esempio CA CO CU non è presentato insieme a GA GO GU, perché questa è una somiglianza grafica, mentre la fonetica è la più importante. E quindi CA CO e CU viene presentato insieme a CHE e CHI perché hanno somiglianze fonetiche.

L’apprendimento della lettoscrittura prima di tutto deve passare attraverso la fonologia; la scrittura è una convenzione e viene in un secondo momento.

Alcuni libri di lettura iniziano finalmente a presentare i suoni seguendo questa logica».

Qual è il percorso ideale da seguire per rendere sereno per tutti l’apprendimento della lettoscrittura?

«Bisogna dare importanza alla fonologia e questo è tutto quello che il mondo logopedico ha cercato di passare in questi anni alla scuola. Si sta capendo che bisogna partire dalla fonologia, dai giochi fonologici, dall’analisi fonologica delle parole. Poi quando il bambino avrà individuato i fonemi, si passerà successivamente ai grafemi, che sono convenzioni. E per fare questo passaggio occorre partire dalle vocali e poi immediatamente dalla sillaba. Le parole vengono costruite dall’unione di sillabe».

Sarebbe bene coltivare la consapevolezza fonologica già alla scuola dell’infanzia?

«Sì, è importante proporre attività e giochi fonologici nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia. Bisogna partire da attività ludiche legate alla fonologia per poi avere più successo nella lettura e nella scrittura e rispettare l’apprendimento naturale del bambino».

interni

Con chi ha sperimentato il metodo multisensoriale fino a oggi?

«Il metodo è stato applicato sia a gruppi classe sia a singoli bambini, alcuni dei quali sono scaturiti in diagnosi di dislessia alla fine della seconda elementare ma hanno tutti appreso la lettoscrittura. Altri sono completamente usciti da questa fase di difficoltà momentanea.

Ciascun bambino ha tempi diversi e può avere momenti di difficoltà che supera. Se non gli viene dato un percorso un po’ particolare, con caratteristiche specifiche, vive continue situazioni di disagio e problemi.

Da insegnante ho sempre cercato di creare dei percorsi efficaci, che rendessero la vita scolastica dei bambini più giocosa e meno difficile, percorsi che venissero incontro a tutti. Il metodo multisensoriale accompagna i bambini fino allo sviluppo della lettoscrittura».

Nel libro sono presenti mappe e materiali aggiuntivi: di che si tratta?

«Ho previsto due mappe con tutte le sillabe, i digrammi, i trigrammi, i gruppi, che messi davanti al bambino lo aiutano tremendamente a discernere i suoni.

Se come insegnante non si creano dei percorsi ad uscite multiple in cui tutti i bambini trovano delle risposte ai loro bisogni, non se ne viene fuori… si va avanti solo con alcuni e rimangono tanti buchi da colmare. Questo è un percorso dove tutti si agganciano. Il bambino che non ha problemi particolari si diverte perché rispetta naturalmente tutti i suoi processi, il bambino in difficoltà si aggancia e migliora, il bambino straniero va avanti e quindi tutta la classe procede».

le mappe del libro

Quali altri consigli si sente di dare ai docenti di prima elementare?

«Io li esorto a rimanere nello stampato maiuscolo finché non si acquisisce la lettura e la scrittura (generalmente nel mese di aprile). Si tratta del carattere più adeguato a sviluppare l’apprendimento dei suoni. Le lettere sono separate, ogni suono ha una lettera ben definita. Peccato solamente che in molti testi scolastici le parole in stampato maiuscolo siano poco distanziate tra loro… questo è molto problematico per i bambini, che non riescono a distinguere le parole (spesso, per ovviare, disegno dei pallini gialli tra le parole, per rendere evidente la separazione).

A gennaio, dopo mesi di apprendimento dello stampato, si può cominciare a offrire al bambino l’immagine dello stampato minuscolo (solo l’immagine!). Purtroppo la scuola, invece, lo propone ancora come scrittura, ma è complicato e non serve a preparare il corsivo. Io suggerisco di mostrare solo l’immagine dello stampato minuscolo, necessario perché i nostri libri di lettura sono scritti così».

Quindi dalla scrittura dello stampato maiuscolo suggerisce di passare direttamente alla scrittura del corsivo?

«Sì! Per preparare il corsivo ben vengano esercizi di prescrittura come ghirigori, cerchi, onde ecc. per poi passare immediatamente alla produzione delle lettere e subito delle parole. Senza complicare le cose e proporre quattro caratteri tutti insieme! È un vecchio retaggio, una fatica incredibile per i bambini. Non è un percorso naturale e per chi presenta difficoltà diventa una montagna da scalare. Anche per l’insegnante è una complicazione enorme del lavoro.

Ricapitolando: stampato maiuscolo fino ad aprile; si legge e scrive lo stampato maiuscolo; da gennaio si comincia a dare l’immagine del minuscolo, solo in lettura, come riconoscimento; in primavera si comincia con un giro di lettere in corsivo, esercizi grafici e poi si passa direttamente alle parole. È tutto molto più naturale in questo modo! Se sono presenti particolari difficoltà è consigliabile affrontare solo la lettura e la scrittura dello stampato maiuscolo per tutto il primo anno di scuola primaria. Gli altri caratteri si svilupperanno nel secondo anno».

Per richieste di approfondimenti, consulenze e incontri di formazione si può contattare Emanuela Angiporti via email: e.angiporti@libero.it

Per saperne di più sul libro e sul metodo: un video dimostrativo

Leggere e scrivere con il metodo multisensoriale-Emanuela Angiporti Erickson

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