Come si diventa illustratore di libri per bambini? Oltre al talento, cosa serve? Come farsi notare e, soprattutto, pubblicare dagli editori? Come si riconosce un buon albo illustrato(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che Leggi per bambini? Quali gli stili, le tecniche, i formati più congeniali alla narrazione di storie rivolte ai più piccoli?
Nella sua intensa attività di studiosa, insegnante, autrice, illustratrice, Anna Castagnoli risponde regolarmente a domande di questo tipo. Lo fa attraverso il suo blog, Le Figure dei libri, punto di riferimento per quanti vogliano intraprendere la professione di illustratore; lo fa dal vivo agli studenti che frequentano i suoi affollati corsi; lo fa ogni anno alla Bologna Children’s Book Fair, quando regala ai giovani presenti una visita guidata delle tavole in mostra; lo fa praticamente in ogni occasione le venga richiesto. Fino ad oggi, però, non lo aveva ancora fatto attraverso un libro.
Manuale dell’ILLUSTRATORE:
intervista ad Anna Castagnoli
Uscito da pochi giorni e già in ristampa, il Manuale dell’ILLUSTRATORE, pubblicato da Editrice Bibliografica, è un vademecum chiaro, pratico e ricco di suggerimenti utili che farà contenti tanti aspiranti illustratori.
Ve lo racconto lasciando la parola direttamente ad Anna Castagnoli, che ringrazio per aver risposto alla mia intervista con la consueta chiarezza e generosità.
Comincio con la stessa domanda che tu poni ai lettori al principio del tuo libro: Perché volevi fare libri per bambini? Che idea era la tua?
Quando ero bambina i libri illustrati mi piacevano immensamente; a vent’anni ho iniziato a collezionarli. Non saprei dire perché, ma quando ho iniziato a scrivere e disegnare con più costanza, dopo la laurea in Filosofia, molto naturalmente mi sono usciti dalle mani racconti e illustrazioni per bambini.
Ma ancora non pensavo di fare libri per bambini, era una modalità espressiva per tradurre alcune immagini che avevo dentro. L’idea di trasformare questa passione in un lavoro è venuta molto più tardi, dopo i trent’anni: ho impiegato molto tempo a trovare il coraggio di dare agli altri sensazioni e immagini che sentivo intime e private; e anche a credere che meritassero di essere viste. L’arte è una forma di dono.
I libri che mi hanno regalato immagini e storie incredibili quando ero bambina sono stati il dono di qualcuno. Se non diamo, non riceviamo.
Nel Manuale il tuo lettore di riferimento è il giovane illustratore alle prime armi nel mondo dell’illustrazione per bambini. Tu lo prendi letteralmente per mano e, con pazienza, cura e precisione, gli spieghi l’ABC del mestiere. Immagino che in tanti ti saranno grati per questo servizio. È stata tua la scelta di strutturare il libro in questo modo? Hai deciso tu, per esempio, di dargli un taglio così pratico e informativo, includendo anche le scuole di illustrazione, i corsi, i concorsi, i contratti, i compensi ecc.?
Quando Editrice Bibliografica, una casa editrice specializzata in guide didattiche, mi ha contattata per propormi questo lavoro, mi ha inviato alcuni manuali già presenti nel suo catalogo. La commissione era proprio quella di una guida utile e maneggevole, che toccasse tutti gli aspetti del mestiere e potesse servire a chi vi si affacciava.
Mi hanno lasciato carta libera, però, nella scelta del tono narrativo e della scaletta.
Al momento di scrivere, ho dato uno spazio più grande del previsto al capitolo sulla progettazione di un album. La scelta del formatoindica la grandezza, la dimensione del libro, quanto misura da chiuso. Leggi, cosa sia lo stile, la direzionalità narrativa, la lunghezza e il tipo di testi e altri aspetti del linguaggio dell’illustrazione mi sembravano concetti importanti da digerire per poter affrontare questo lavoro.
Una parte che credo possa essere utile a chiunque lavori intorno all’album per bambini, non solo illustratori, è “Fare un album illustrato”, perché descrive i processi che avvengono dietro le quinte del processo di creazione, i fattori che influenzano le scelte di autori, illustratori e editori.
Nel libro scrivi: “Mi sento felice, fino all’ultima cellula. Penso che si possa essere felici solo così: facendo ogni giorno una cosa che ci piace, impegnandoci”. Quanta fatica, quanto impegno, quante “delusioni”, quanto studio ti hanno portato a raggiungere quello che sei diventata oggi? E c’è stato un momento, in questi 15 anni, in cui hai pensato “Basta, mollo tutto”? O la cocciutaggine, come scrivi tu, ha sempre avuto la meglio?
Studio: tanto. Il blog di critica Le Figure dei libri, che curo dal 2008, la mia curiosità, l’obbligo di una scadenza settimanale per i post, mi hanno guidata nell’approfondimento di tanti aspetti della storia e del linguaggio dell’album.
Delusioni: alcune. All’inizio del mestiere è più facile cadere nelle grinfie di editorucoli che stampano male, pagano poco o non pagano affatto. Ma ho sempre considerato queste delusioni esperienze formative. Ci si fa le ossa, si impara a muoversi con più professionalità e cautela.
Fatica: è un mestiere bellissimo, e privilegiato, ma anche difficile.
La fatica è quella di tutti i mestieri che si appoggiano sulla creatività interna. La vita è difficile e ci sono periodi più difficili di altri. Disegnare o scrivere senza gioia interna è un’impresa titanica. I blocchi creativi possono durare settimane, mesi. Inutile sforzarsi quando la grazia ti ha abbandonato. I disegni escono legnosi, le storie trite e noiose.
Non ho mai pensato di mollare, ma ho avuto momenti in cui ho pensato che non sarei mai più riuscita a disegnare o scrivere qualcosa di decente. Li ho tutt’ora.
Con l’esperienza ho scoperto che sono momenti fisiologici al processo creativo, e che passano. Oggi mi spaventano meno.
Ad ogni crisi di motivazione mi è sempre venuto in soccorso il blog. È stato ed è il mio metronomo. Fare da mediatore tra la bellezza che scopro nei libri e un pubblico, ricevere in risposta entusiasmo e affetto, incontrare tante persone accomunate dagli stessi interessi è un nutrimento impagabile.
Abbastanza presto nella mia carriera è arrivata anche la passione per l’insegnamento. I corsi mi assicurano un salario, quando di soli libri si farebbe molta fatica a vivere. Non mi posso proprio lamentare. Avere una passione è un lusso e una condanna allo stesso tempo. Ma regge tutto.
Oggi, rispetto a quando hai cominciato tu, è più facile o più difficile pubblicare un albo illustrato in Italia? Quali sono le maggiori difficoltà che incontra un giovane illustratore? Sono le stesse che hai incontrato tu 15 anni fa?
Credo sia più facile. Ci sono più scuole, ci sono più editori, ci sono più libri, più blog, più informazione. E adesso anche un Manuale pieno di consigli!
La concorrenza, è vero, è più alta, perché ormai gli editori lavorano con autori e illustratori di tutto il mondo; ma come scrivo nel Manuale, nonostante molti ci provino, le storie e le immagini veramente buone sono rare. Gli editori fanno fatica a trovare buoni progetti. Soprattutto buone storie. Quindi il difficile non è pubblicare, ma realizzare un progetto solido. Con un progetto che funziona, o anche solo uno stile interessante, le porte si spalancano.
Molte persone che provano a fare un libro illustratoLibro accompagnato da un numero variabile di illustrazioni, che in alcuni casi fungono da semplice ornamento, abbellimento e decorazione delle Leggi e inviarlo agli editori non studiano la storia dell’album illustrato, non leggono. Pensano che per scrivere e illustrare per bambini basti riempire pagine di sentimenti dolciastri.
Invece la scrittura illustrata per bambini è un’arte che ha accumulato ormai molti codici, un linguaggio preciso, una storia.
Chi mai penserebbe di pubblicare un romanzo senza aver letto Kafka o Salinger? Quando si tratta di creatività destinata ai bambini – mistero – regna il diritto all’ignoranza.
Io credo che un illustratore o autore con una discreta cultura, consapevole della serietà che ci vuole in questo mestiere, che con modestia disegna tanto per migliorare e crescere, non troverà molte difficoltà a pubblicare.
Il Manuale rispecchia fedelmente il tuo modo di essere. Io ho avuto il piacere di frequentare due tuoi corsi dal vivo, e ho ritrovato nel testo lo stesso entusiasmo, accoglienza, chiarezza di esposizione.
Quando parlo di libri e immagini che amo ho la sensazione di prendere fuoco. Mi entusiasma poter capire come funzionano e arrivare a far comprendere ad altri quanto raffinata, complessa, sottile sia quest’arte; così lontana dalle idee che circolano sui libri per bambini (i libri come oggetti semplici: ah! Come se la semplicità non fosse sempre la soluzione più elegante di un problema complesso).
Vorrei che gli alunni uscissero dai miei corsi con una rinnovata voglia di chiedersi il “perché” di tutto, come quando si era bambini. Ho cercato di trasmettere lo stesso desiderio nel Manuale. Spronare ad approfondire, ma con entusiasmo e allegria. Studiare non è la roba noiosa che ci hanno insegnato a scuola. È un viaggio avventuroso.
Il volume è anche pieno di aneddoti e racconti personali: perché è stato importante condividerli con i lettori?
I libri che non so da chi siano scritti mi annoiano terribilmente. Un libro è la voce di qualcuno, è importante conoscerlo per appassionarsi a quello che dice, per fidarsi della sua voce. Non mi sarebbe piaciuto un libro scritto freddamente, senza il calore di esperienze vissute e di qualche aneddoto divertente.
Insieme ai testi troviamo schizzi, disegni e bozzetti da te realizzati. Si ha la sensazione che tu abbia generosamente messo a disposizione del lettore la tua “cassetta degli attrezzi” senza riserve: è stato difficile concentrare in questo agile manuale i tanti concetti e argomenti affrontati, trovare una sintesi soddisfacente?
La sintesi è un esercizio che amo. Il piacere di riuscire a far star dentro tutti i pensieri e le emozioni in un limite stabilito, in questo caso 247 pagine, è grande come quello di disegnare o scolpire.
Avevo un filo d’Arianna da seguire e ho tenuto stretto il suo capo fino a quando non ho finito il libro: era il ricordo di tutte le domande che mi facevo quando ho iniziato questo mestiere, e che mi rivolgono oggi i miei allievi quando li incontro.
E avevo una motivazione forte: dare la possibilità a tutte le persone che hanno delle storie da raccontare di farle arrivare ai bambini.
In base alla tua esperienza a contatto con giovani illustratori o aspiranti tali: fra i tanti argomenti toccati quali sono quelli che i lettori leggeranno più avidamente?
Un aspirante illustratore si appassionerà ai primi capitoli: come far un album, come scegliere un concorso e avere qualche chance di vincerlo, come spedire il progetto a un editore, quali sono le migliori scuole in Italia o all’estero.
Un illustratore che ha già iniziato a lavorare troverà molto utile il capitolo sul contratto di edizione, analizzato in ogni sua sfaccettatura legale, la lista di agenti e agenzie che si occupano di album, i tariffari, le strategie per promuoversi sui social network, i consigli su come affrontare al meglio le fiere del libro.
Per chiunque ami l’album: la parte sulla teoria dell’album, oltre alle liste di siti, blog (NdR. Anna cita anche Milkbook, wow!) e festival dedicati all’illustrazione sarà, spero, un vademecum prezioso.
Tempo fa ho letto sul tuo blog che è da tanto che coltivavi l’idea di scrivere un libro che raccogliesse gli esiti dei tuoi studi e dei tuoi pensieri intorno al mondo dell’illustrazione. Ma fino a questo momento non eri riuscita a concretizzare il progetto: che cosa ti bloccava? E cosa è cambiato invece adesso?
Mah, veramente non è cambiato niente ☺, non penso di averlo ancora scritto. La mia bibbia sull’album illustrato sarà un libro di 1000 pagine con tutta la storia della scrittura dai Sumeri a oggi; dell’arte del libro miniato fino a quella dell’album; la storia dell’infanzia dalle prime scuole greche a oggi. Mi sembra di non aver ancora studiato abbastanza.
La stesura del Manuale dell’illustratore e il suo successo di pubblico (le presentazioni sono state affollatissime, e dopo tre settimane dall’uscita hanno già dovuto ristamparlo) mi incoraggiano ad abbandonare questo sogno monumentale per scrivere un libro che contenga quello che so oggi, e condividerlo con entusiasmo e modestia.
Hai in cantiere un Manuale 2, di livello “avanzato”?
Il Manuale affronta soprattutto gli aspetti del mestiere di illustratore. Nel mio nuovo progetto, che già sto strutturando, vorrei approfondire la storia e la teoria dell’album illustrato. Sarà un libro diverso, dedicato a un pubblico più vasto.
Vorrei arrivare a capo dell’incanto che mi genera questo oggetto. Ma spero altresì che si avveri il miglior augurio del popolo gitano: che tutti i tuoi desideri non si esaudiscano.
Manuale dell’ILLUSTRATORE
Come pubblicare album per bambini
Autore: Anna Castagnoli
Editrice Bibliografica, 2016
Prezzo di copertina(o prima di copertina): la facciata di presentazione del libro, in cui compare un’illustrazione, il titolo e generalmente il nome Leggi: 23,50 €