Il 28 dicembre, a Catania, presso la libreria Bafè, si terrà il seminario “Che cos’è un papà lettore?”, primo incontro di formazione ideato e condotto da Piero Guglielmino, studioso di letteratura per l’infanzia e appassionato papà-lettore di un bimbo di tre anni.
Ho conosciuto Piero, per ora solo virtualmente, nei tanti gruppi e pagine facebook dedicate alla letteratura infantile che entrambi frequentiamo quotidianamente e mi hanno colpito la sua serietà nel parlare di lettura ad alta voce e libri per i più piccoli, la sua competenza e la sua sensibilità.
Oggi Luka, il bambino che gli ha permesso di diventare lo straordinario papà(-lettore) che è, compie gli anni. E la mia intervista a Piero parte proprio da qui:
Che cosa hai regalato a Luka per il suo compleanno?
Tre anni, tre libri. Un compleanno importante merita tre titoli importanti. Un librone pieno di parole e rumore, un classico: “Il libro delle parole” di Richard Scarry. Un libro piccolino, senza paroleAlbo illustrato senza parole (detto anche silent book e wordless picturebook): albo illustrato senza testo, in cui la narrazione è Leggi e tanto silenzio: “Indovina che cosa succede” di Gerda Muller. E infine un libro che parla del ricevere ma soprattutto del dare un regalo: “Il regalo” di Bob Gill.
Qual è stato il primo libro che hai letto a tuo figlio Luka?
Non saprei rispondere con esattezza perché dipende dai tanti ‘tipi’ di lettura. Partendo da lontano, da dentro la pancia di mamma, il primo libro che ho letto è stato “I cinque libri” di Rodari, un’ottima ‘palestra’ per esercitare la voce, per trovare il proprio ritmo interno di lettura. Poi, quando Luka è nato, non ricordo quale potrebbe essere stato il primo. Eravamo già circondati da bellissimi libri, e non solo libri tattiliLibro sensoriale (o tattile): si intende un libro che si legge non solo usando gli occhi, ma anche mediante il Leggi, coi buchi, ma anche tanti albi illustrati(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che Leggi. Tra le letture che ricordo più nitidamente, letture non interrotte di protostorieStruttura narrativa molto lineare, che presenta una semplice successione di azioni. Anche le immagini risultano immediate e poco articolate. È Leggi, ci sono due libri che chiamo IMPRINTING per Luka: “Balena Serena” (Bohem Press) e “Liberatemi!” (Babalibri). Li abbiamo letti con tanto trasporto quando aveva un anno. In quel periodo ho percepito con forza l’amore di Luka per i libri.
Com’è iniziato il tuo percorso di avvicinamento alla lettura ad alta voce? Qual è stata la scintilla che ha fatto scoppiare l’amore per i (bei) libri per bambini?
Io ho avuto la fortuna di frequentare un corso universitario col Prof. Livio Sossi proprio nell’anno in cui aspettavamo la nascita di Luka. Grazie a quel corso ho scoperto l’universo dei libri per bambini, un mondo che sconoscevo quasi del tutto, a parte i pochi ricordi di me bambino. La lettura ad alta voce l’ho praticata finora solo con Luka. Non ho mai letto a gruppi di bambini ma leggo spesso quando abbiamo piccoli ospiti a casa.
Perché, secondo te, è importante che un papà legga al proprio bambino? Ti senti in minoranza in questo mondo pieno di mamme-lettrici?
Leggere al proprio bambino arricchisce la relazione, è il dono di un tempo lento e di qualità che non è facile trovare in altre attività. Stare abbracciati di fronte a un libro permette a un padre di sentire il respiro del figlio e di regalargli la propria voce senza chiedere nulla in cambio.
In effetti, a volte, mi sento un po’ un alieno in questo mondo dell’editoria per bambini che è per la maggior parte vissuto dalle donne. Raramente vedo papà in libreria o in biblioteca (ma ho visto dei nonni, più volte). Non ho ancora una risposta chiara per spiegare il fenomeno ma di sicuro non si tratta di tempo che manca. Abbiamo tutto il tempo che serve per leggere ai nostri bambini!
Puoi raccontarci il vostro viaggio tra le parole e le figure? Le prime volte avete incontrato delle difficoltà? Se sì, quali sono state e come le avete superate?
Il nostro è un viaggio in cui di continuo prendiamo sentieri poco battuti. Credo molto nel viaggio come modo per perdersi, amo entrare in un bosco per il solo piacere di entrarvi. Luka finora mi segue con tanta gioia e voglia di scoperta. Ma un viaggio nei libri, fin da piccolissimi, non è sempre facile, soprattutto per il genitore. Per un bambino di 6 mesi la lettura non è un processo naturale ma indotto, anche se leggere il viso della mamma è pur sempre lettura, giusto?
Voglio dire che noi abbiamo questo forte desiderio di far incontrare i libri ai nostri bambini ma spesso perdiamo un po’ il senso della realtà. Per esempio, quando Luka ha iniziato le prime volte a gettare in aria i libri o a mangiarli, io, lo ammetto, a volte ho perso la pazienza. E questo è sbagliato perché Luka stava esplorando l’oggetto libro, facendo i suoi primi passi, a modo suo, per conoscere i libri. Quindi la difficoltà maggiore è di mettersi sempre nei panni dei bambini, di non dimenticare che hanno i loro ritmi, il loro diritto a esplorare la realtà in modo, questo sì, naturale. Un’altra difficoltà è sicuramente quando tuo figlio rifiuta la tua voce o la storia che hai scelto per lui. Ma se ci pensiamo bene, il suo rifiuto è l’affermazione di una scelta, di un gusto, di un bisogno, quindi il sacrosanto diritto di un lettore che non vuole leggere o vuole ascoltare un’altra storia. Ecco, la soluzione è sempre la fiducia, il rispetto, l’accettazione.
Che tipo di papà-lettore sei? Come si svolgono le vostre letture in famiglia?
Io da adulto sono un lettore vorace. Non potrei vivere senza libri! Come papà-lettore non sono metodico ma molto istintivo ed emotivo: scelgo sempre con la pancia e col cuore. Quando leggo a Luka sono molto calmo e sto bene con me stesso, come non accade quasi mai nella mia quotidianità. Noi leggiamo ogni giorno ma solo le letture della buonanotte sono diventate un rituale ben preciso. Sono io a leggere la maggior parte delle volte. Mia moglie legge anche lei, soprattutto i libri in sloveno (che io non leggo bene) e spesso leggiamo tutti insieme. Mi piacerebbe leggere più spesso lo stesso libro in italiano e sloveno, alternando la mia voce a quella della mamma.
Come scegli i libri da leggere a tuo figlio? Nella vostra libreria c’è posto solo per libri d’autore?
Finora mi sono fatto guidare dalla bellezza, dall’originalità, dalla qualità, dal dialogo testo-illustrazione. C’è così tanta banalità intorno ai nostri bambini ma anche così tanti bei libri che mi sembra la cosa giusta da fare: ambire sempre alla qualità. La nostra libreria è già colma di libri di qualità, non solo per l’età di Luka ma anche per il suo ‘futuro’: sono libri secondo me importanti che potrebbero non essere ripubblicati e allora li custodisco già adesso. Se sono presenti libri commerciali, pochissimi, sono regali di amici o parenti e ammetto che non mi dispiace averne qualcuno, così gli occhi di Luka possono guardare cose diverse.
Quali sono i libri più amati oggi da tuo figlio?
Luka ama molto le narrazioni, le storie dove succedono tante cose. Ama l’avventura, i libri dove c’è tanta fisicità, dove i personaggi sono in movimento (salti, corse, voli, cadute). Lui è molto fisico, un vero tornado in effetti, e questo mi fa pensare al bel titolo del saggio di Aidan Chambers “Siamo quello che leggiamo“.
I libri più amati sono: “Fortunatamente” (Orecchio Acerbo), “A caccia dell’orso” (Mondadori), “Zog” (Emme Edizioni), “Al fuoco al fuoco!” (Babalibri), “Ti mangio!” (Il Castoro), “Le case degli animali” (Orecchio Acerbo), “Perché tutto questo traffico?” (Babalibri), “Mumin e il regalo di compleanno” (Giunti Kids), “Il barbaro” (Gallucci), “Guarda c’è un buco…” (La Coccinella).
Oltre ai libri, sei favorevole alla fruizione, da parte dei bambini, di contenuti digitali?
Ho grandi dubbi e pregiudizi di fronte a questa realtà. Io uso molto il digitale (sono fotografo e appassionato di video) ma percepisco questo strumento come un concorrente dei libri cartacei, e questo approccio concorrenziale non è mai utile. Ma su alcuni punti sono sicuro: nessun incontro col digitale nei primi tre anni (c’è già così tanta bellezza da vivere realmente!); l’incontro con le storie deve passare prima dalla voce e dalla carta, almeno questo è quello che proverò a fare ancora per un bel po’. Come ogni novità c’è comunque tanta qualità anche in questo mondo (basta guardare il tuo sito!), quindi proverò ad aggiornarmi e vedere cosa c’è di buono e originale, che magari abbia una modalità del tutto diversa dalla lettura tradizionale.
Il 28 dicembre condurrai il seminario “Che cos’è un papà lettore?”: quali saranno i punti salienti che affronterai? Quali obiettivi ti poni?
Sarà il mio primo seminario, un progetto venutomi in testa un giorno mentre ero in macchina con mia moglie e Luka. Improvvisamente mi son detto: ma che fortuna ho io di essere uno studioso di letteratura per bambini e allo stesso tempo un papà-lettore. Il pubblico per cui l’ho ideato è composto da papà ma il seminario è aperto anche alle mamme, ai nonni e alle nonne, e a tutte le persone che in una famiglia potrebbero leggere a bambini in età prescolare. Per questa prima data ho costruito un seminario di tre ore in cui condividerò l’esperienza di lettura fatta con Luka nei suoi primi tre anni. A fianco di questa esperienza (tutta pratica) collegherò le mie conoscenze teoriche, offrendo sempre un approccio ludico e attivo alla teoria.
Gli elementi più importanti saranno la relazione affettiva che si instaura con un bambino, la qualità dei libri, e tante domande a cui non darò risposte univoche o assolute. Ritengo che la cosa più importante dei libri per bambini sia il modo in cui fanno nascere domande e credo che le risposte siano già nel farsi quelle domande. Il mio obiettivo è di dire (ad alta voce) che leggere ai bambini fin dalla gravidanza non solo è possibile ma è una delle esperienze più belle della nostra vita. E poi c’è forte il desiderio di offrire alcuni strumenti per scegliere libri di qualità, libri ‘con le ali’.
Per concludere l’intervista (scusami se è sembrata più un interrogatorio!), ti va di indicarci 10 libri per bambini che reputi ideali per avviarsi nel cammino di papà-lettore?
Non è mai facile consigliare dei libri perché ogni bambino è diverso. Farò così, ti cito 10 libri che ho letto a Luka e che a lui sono piaciuti molto, ma senza che questo significhi che possano funzionare con altri bambini. Una cosa è sicura, sono libri che soddisfano tutti i miei criteri sulla letteratura per bambini di qualità: immagini curate ed esteticamente ricche, testi non banali, ma soprattutto un buon dialogo grafico tra parole e figure ottenuto grazie a una progettazione consapevole. Alcuni libri molto amati da Luka li ho già citati prima quindi non li ripeterò.
Ecco una lista di 10, una lista che avrei potuto riempire di almeno altri 20/30 libri. La lista è in ordine cronologico (da 6 mesi a 3 anni) ma devo ricordare che non credo nelle fasce anagrafiche quindi spesso ho anticipato dei libri e altri letti già a sei mesi li abbiamo ripresi dopo uno, due anni:
- “Ninnananna ninna-o” di Giulia Orecchia e Giovanna Mantegazza, La Coccinella
- “Gnam! A me piace…” di Yusuke Yonezu, Minedition
- “Dormi beeene!” di Lucia Scuderi e Anna Lavatelli, Franco Panini
- “P di papà” di Isabel Minhos Martins, Topipittori
- “Tararì Tararera” di Emanuela Bussolati, Carthusia
- “A letto piccolo mostro” di Mario Ramos, Babalibri
- “Grat grat cirp splash!” di Kitty Crowther, Babalibri
- “Mr Ubik” di David Wiesner, Orecchio Acerbo
- “Come? Cosa?” di Fabian Negrin, Orecchio Acerbo
- “Nel paese dei mostri selvaggi” di Maurice Sendak, Babalibri