Lo scorso luglio è uscito in libreria, per le Edizioni Clichy, uno spassosissimo albo che è un inno alla bellezza della vita: è la storia di “Pierluigi a rovescio”, scritta da Emilie Chazerand, illustrata da Aurelie Guillerey (che conosciamo anche per le sue collaborazioni con le case Editrici Sinnos e Gallucci) e tradotta da Maria Pia Secciani.

Pierluigi non riesce a staccarsi dalle sue abitudini
Pierluigi è una persona abitudinaria: schiavo delle proprie abitudini, le ha sostituite agli amici, con il risultato di una vita mesta e solitaria. Quando, a causa di un piccolo contrattempo, la sua routine si inceppa, scatta in lui una vera e propria rivoluzione e, visto che da tempo ha l’impressione che tutto il mondo sia governato da brutte notizie e sia ormai sottosopra, decide che anche lui si trasformerà radicalmente e “si metterà sottosopra”, facendo tutto il contrario di ciò che ha sempre fatto e che, comunque, non lo rendeva felice. Indossa così i pantaloni al contrario, la camicia abbottonata sulla schiena e fa il bagno vestito. Ogni aspetto della sua quotidianità si scompagina e alleggerisce di zavorre e piani prestabiliti.

Le follie che mette in atto disegnano per la prima volta un sorriso sul suo viso sempre triste e generano in poco tempo buonumore anche in chi gli sta accanto. Persino la sua vicina Piera Rebus comincia ad essere incuriosita da questo cambiamento e… beh, non vi racconto come va a finire ma garantisco che ci saranno risate e tanta allegria.
Mollare gli schemi e ritrovare un po’ di leggerezza
La storia strampalata di Pierluigi a rovescio inaugura una piccola rivoluzione in favore del caos e della gioia che possono derivare se abbandoniamo qualche volta il rigido rigore delle nostre giornate schematiche, già tutte programmate in agenda, per lasciare spazio a ciò che vogliamo davvero e che ci rende felici.

Se ci pensiamo bene, i bambini amano il disordine e non se ne curaro minimamente, vivono alla giornata e tendono a fare ciò che li rende felici senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. Siamo noi, gli adulti, che interveniamo poi con limiti, divieti, restrizioni ed impegni perché, certo, se tutti rinunciassimo alle regole il mondo entrerebbe nel caos più totale, ma questo testo suggerisce di ritrovare un po’ di Pierluigi dentro di noi per mollare un po’ della rigidità che la vita adulta ci impone e ritrovare la leggerezza che rende appagato lo spirito.
Non sempre fare le cose secondo gli schemi è il modo più giusto, questo vuole dirci questa storia. Non sentirsi ingabbiati e non avere timore dei giudizi ci renderà persone flessibili e renderà tali anche gli altri intorno a noi.
Questa storia mi ha ricordato per certi aspetti “Il circo del nano e della donna barbuta” di Corraini, di cui ho parlato qualche tempo fa, perché anche nella famiglia di circensi le regole del buonsenso, la logica e il senso comune sono sovvertiti e con spiazzante evidenza il mondo non sprofonda nel caos ma diventa migliore, più aperto, inclusivo e meno soggetto a pregiudizi e preconcetti.
Rimanere imprigionati nelle abitudini, in vite grigie e incolori e riconoscere che ci rendono infelici è come non vivere e davvero non ne vale la pena.

Quando leggerete questo albo con i vostri figli, lo troveranno divertente e buffo sicuramente, ma non strano o bizzarro quanto voi, perché per loro ogni cosa è plasmabile e modificabile e la loro flessibilità è ancora spiccata. Quindi proponetela come lettura condivisa ai bambini in età da scuola materna o suggeritela come prima lettura autonoma a quelli della primaria, per stimolare un dibattito gioioso sulle regole (su quali è doveroso rispettare e quali invece si possono “mollare”), oppure gustatevela anche solo per farvi una risata in compagnia perché anche questo contribuisce a migliorare le giornate.
