Le mamme che leggono ad alta voce ai propri bambini si informano sulla rete, vanno alla ricerca di belle recensioni, seguono le segnalazioni delle case editrici, chiedono consigli ad altre mamme, si confrontano su tanti aspetti: quali libri leggere a seconda dell’età dei piccoli? quali titoli proporre per parlare di paure, emozioni, affetti, amicizia, l’ingresso a scuola, la nascita di un fratellino?
Il dibattito è vivace, spigliato, spesso intrecciato al racconto di esperienze personali: “La mia bambina si è addormentata stringendo il libro a sé”, oppure “Il fratello grande ha letto al fratellino piccolo” e così via sul filo delle emozioni.
Soprattutto, le mamme che leggono ad alta voce, amano condividere i propri momenti di lettura, le loro impressioni, le reazioni dei loro bambini, le difficoltà incontrate, i dubbi, le soddisfazioni. Non a caso molte di loro hanno aperto blog e pagine personali per raccontare la gioia della lettura in famiglia. Proprio grazie a una di queste condivisioni, avvenuta qualche giorno fa, è nata la mia riflessione di oggi.
Una mamma raccontava di aver letto al proprio bambino, prima della nanna, 8 albi illustrati di fila, di cui quattro in rima. Libri di vario genere, la maggior parte divertenti e con un testo piuttosto articolato.
Lì per lì ho pensato: “Wow! Otto bellissimi testi, uno di seguito all’altro… Una mamma appassionata e instancabile, con un bambino particolarmente motivato e attento”.
Poi però mi sono venuti in mente alcuni consigli ricevuti in più occasioni da “lettori” esperti: “Sempre meglio non leggere più di 3 libri alla volta“, “I bambini devono avere il tempo di assimilare la storia, farla sedimentare, farla crescere dentro di loro”, “Leggere troppi albi illustrati tutti insieme significa non dare il giusto peso e valore alle singole storie…”.
In altre parole, ascoltando tanti racconti tutti insieme, i bambini rischiano di vivere un’esperienza di lettura superficiale, si perdono i significati più profondi, non hanno il tempo di soffermarsi sulle illustrazioni, sulle parole.
La stessa Mem Fox, nel suo libro “Baby Prodigio“, raccomanda ai genitori di rimanere almeno 10 minuti su uno stesso libro. Così facendo, i piccoli si abituano all’ascolto, imparano a cogliere le sfumature, apprezzano i momenti di dialogo e interazione con il testo e con il genitore. Un bravo lettore è quindi colui che “tiene” il suo ascoltatore incollato alle pagine a lungo.
Questo discorso vale ancor più quando si legge a un gruppo di bambini: i libri vanno assaporati, compresi, guardati e riguardati dopo l’ascolto. “Dare in pasto” ai piccoli una storia dietro l’altra è riduttivo e poco fruttuoso, si crea dispersione. Alla fine dell’incontro il rischio è che i bambini non si ricordino granché.
Posso confermare tutto ciò anche con la mia esperienza personale: le prime volte che mi è capitato di leggere a gruppi di bambini, non facevo che leggere, leggere, leggere. Passavo da un libro all’altro a una velocità impressionante e non mi soffermavo sulla condivisione e sulla “restituzione” del testo. Avevo paura di perdere l’attenzione dei piccoli, dei silenzi, degli sguardi interrogativi, e mi affrettavo a proporre nuove storie per colmare gli spazi vuoti. Sembrava una corsa a ostacoli… Come mi sbagliavo! Com’erano poco significative quelle letture! Era evidente quanto fossi inesperta e debole come lettrice.
Col tempo, lo studio e l’esperienza, sono “cresciuta” e ho ridotto via via la quantità di libri presentati, aumentando nel contempo la qualità della lettura. Da 6 libri in un singolo incontro, sono passata a 4, poi via via a 3 o 2. Ma la lettura di gruppo in assoluto più bella, intensa e appagante è stata per me quella incentrata su di un singolo albo illustrato. Un’ora di tempo per leggere, rileggere, guardare, riflettere su un unico albo illustrato (tra l’altro quasi un silent book, con pochissime parole): “Giallo Giallo” di Orecchio Acerbo.
E voi? Quanto tempo dedicate alla lettura di un albo illustrato? E quanti libri alla volta proponete ai vostri bambini?
Per acquistare on line Giallo Giallo:
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