Ho già avuto il piacere di parlarvi di Elia Zardo, che alcuni mesi fa mi ha rilasciato un’intervista densa sul tema della lettura a un gruppo di bambini (andate a rileggerla, fatevi un favore). Be’, dovete sapere che Elia ha appena vinto il Premio Andersen come Protagonista della Cultura per l’infanzia, un prestigioso e meritato riconoscimento alla serietà e qualità del suo impegno nel trasmettere il valore culturale della letteratura per bambini e ragazzi. Sono davvero tanto felice per lei!

Approfitto di questo momento di festeggiamenti per raccontarvi un altro episodio che mi lega a Elia, che tengo da troppo tempo solo per me. A novembre dello scorso anno, poche settimane dopo la nascita di Andrea, Elia mi ha inviato un pacchetto accompagnato da una lettera. Al suo interno c’erano “tre libri da disegnareal modo di Pittarello 🙂“, così mi ha scritto, e un libro in foglio di benvenuto per il mio bimbo.

Elia, con questo dono, voleva farmi toccare con mano e conoscere da vicino l’arte del maestro e artista Roberto Pittarello, che ha collaborato a lungo con Bruno Munari e Mario Lodi, voleva accendere il mio interesse verso la sua metodologia e i suoi laboratori creativi ospitati anche presso l’associazione culturale da lei presieduta, La Scuola del Fare di Castelfranco Veneto.
Si era accorta, leggendo alcuni miei post, che avevo un debole per una tipologia particolare di albi illustrati, i libri creativi e artistici, quelli che “chiamano” il bambino dentro il libro e lo esortano a giocare, a interpretare, a produrre qualcosa che sia solo il frutto del suo pensiero. Di qui l’idea di presentarmi il lavoro di Roberto Pittarello, secondo il quale il bambino dovrebbe il più possibile fare da solo, e noi adulti, educatori, dovremmo facilitargli il compito. Come? Offrendo strumenti e conoscenze che gli consentano di sperimentare, toccare, costruire, provare e creare senza paura.

Roberto Pittarello si presenta

Sono rimasta colpita dai libri di Roberto Pittarello ricevuti in regalo da Elia. Perché non si tratta di libri con parole e/o illustrazioni. Non sono libri da leggere nel modo in cui siamo abituati. “Cosa mi viene in mente” è un libro da disegnare che contiene dei segni e delle forme in divenire. Sta al bambino e al ragazzo completarli seguendo la propria ispirazione, rispondendo, pagina dopo pagina, alla domanda “Cosa mi viene in mente?”. Potrai disegnare cose a cui di solito non pensi. Idee originali, solo tue, riporta Pittarello in quarta di copertina.

In ogni facciata sono riportati dei segnali grafici, delle forme strane, delle texture che rappresentano delle “provocazioni visive”, come le definisce Pittarello, a cui ciascuno potrà dare la sua risposta e stabilire una relazione personale con esse.

E quando tutti i fogli saranno attraversati da linee, colori, parole, allora il bambino diventerà il secondo autore del libro, insieme a Roberto. E potrà apporre il suo nome accanto a quello del maestro, riempiendo lo spazio a lui riservato.

La nuvola rossa” è invece un libro da leggere e disegnare che contiene una serie di storie accompagnate da linee e forme appena accennate. Anche in questo caso il bambino è invogliato a completare l’opera, prendendo come spunto e suggestione le brevi narrazioni che anticipano i segni.
Le storie sono giocose, semplici, molto concrete e legate al vissuto e alle emozioni dei bambini. Con esse Pittarello intende stimolare delle reazioni, spingere i giovani lettori a immedesimarsi, a commentare, a porre domande e a formulare risposte che siano uniche e originali.

Alla fine avrai un libro originale diverso da ogni altro, unico. TU sei un autore.

In “Con un punto” il gioco consiste nell’attribuire un senso a una moltitudine di punti azzurri di varie grandezze disposti in modo diversificato sulla pagina o tagliati, ridotti a metà, a strisce ecc. Un libro piccolissimo, che mi ha ricordato graficamente e concettualmente uno dei prelibri di Munari, ancora una volta da disegnare e scrivere come vuole il bambino.

L’ultimo dono ricevuto da Elia era destinato al mio bambino, Andrea. Un libro in foglio dal titolo “BENVENUTI!”, un grande foglio debitamente ripiegato e spillato dove fanno bella mostra di sé una serie di cuori realizzati in stili e materiali diversi, abbinati alla parola “benvenuto” scritta in tante lingue (romeno, filippino, albanese, inglese, hindi e molte altre ancora). Benvenuti a tutti i bambini, dunque, di qualsiasi provenienza e origine siano.

I bambini sono di tutti, scrive Pittarello, e ricorre a un simbolo universale come il cuore per ricordarci che l’amore può avere declinazioni infinite, ma è pur sempre amore. E che tutti i bambini hanno diritto a essere amati nella loro unicità.

Io spero di incontrarlo di persona prima o poi, di avere l’occasione di prendere parte a uno dei suoi straordinari laboratori creativi sui linguaggi tattile, visivo e di scrittura. Nel frattempo faccio tesoro dei suoi libri e ringrazio ancora Elia che quel giorno di novembre ha pensato a me e ai miei bambini.

Altri bei libri artistici li trovate qui

Non avete ancora letto l’intervista a Elia Zardo?

Francesca Tamberlani

Francesca Tamberlani è la fondatrice di Milkbook, sito dedicato ai temi dell'educazione alla lettura ai bambini sin dai primi mesi di vita e alla segnalazione di libri e app di qualità. Sociologa e giornalista, appassionata di letteratura per l'infanzia, realizza incontri e corsi rivolti a genitori, educatori, insegnanti e persone che amano i libri e i bambini.

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