Al commissariato di Genova l’esagitato Signor Marchino Belandi sporge denuncia segnalando che quella mattina nel suo giardino, accanto alla piscina, c’era un elefante. Il maresciallo pare prendere sul serio la segnalazione, ma gli chiede una maggior precisione nel descrivere il fatto.
«[…] il problema è: quale elefante?»
«Quale elefante?!»
«Eh già, caro mio, si fa presto a dire elefante! Perché di elefanti, forse lei non lo sa, ce ne sono di tanti tipi, tantissimi. E la loro storia è così lunga e così antica che si perde nel mito…»
Inizia così il percorso di esplorazione e scoperta nel mondo e nella storia degli elefanti, frutto della fervida fantasia dell’autore e illustratore Sergio Olivotti, che in numerosi brevi e divertenti capitoli fa vivere al lettore un vero e proprio viaggio nel passato, fino al salto temporale di ritorno al presente nel commissariato, per la sorprendente conclusione.
Il lettore adulto che si trova questo libro tra le mani può cogliere il parallelismo tra il percorso storico degli uomini e quello degli elefanti. Il lettore bambino invece si divertirà nella scoperta delle ambientazioni e della storia, aiutato nella sua immaginazione da illustrazioni stravaganti, realizzate a mano e poi trasferite e colorate in digitale.
Si parte dalla “valle degli elefanti”, rigogliosa e ricca e come il ben più noto giardino dell’Eden, per poi passare alla prima civiltà elefantesca sviluppatasi all’interno di una grande città, Elefantia, con la sua torre d’avorio, che di certo non può non ricordare la leggendaria Babilonia.
Dopo la grande lite condominiale all’interno della torre, fu inevitabile che gli elefanti si separassero e iniziassero ad allontanarsi da Elefantia per raggiungere diverse parti del mondo, finendo necessariamente per differenziarsi gli uni dagli altri, per via delle diverse abitudini di vita e differenti condizioni ambientali.
[…] cominciarono a distinguersi vari “tipi” di elefante. No, non “razze”! La razza è sempre una sola. Elefanti diversi ma uguali, insomma.
Così com’è stato per gli uomini, anche il Medioevo Elefantico non è stato un periodo facile, tra il terrore seminato dai topi e stregonerie di ogni genere. Ma, per fortuna, anche tra gli elefanti ci sono stati dei grandi eroi, i Prodi Elefanti Cavalieri, le cui gesta furono narrate e tramandate dai cantori.
In diverse epoche ci sono stati poi elefanti in grado di distinguersi per le loro doti speciali, in campo scientifico (Albert Einzain), nell’arte (Mammutansky), nella poesia (Giacoma Elefanti), ma anche in ambito politico (Zan Von Fant).
Ad oggi, nella civiltà moderna, gli elefanti sono tutti molto impegnati: lavorano durante la settimana e si divertono nel weekend, coltivando passioni, organizzando viaggi, prendendo parte a feste.
La carrellata di “tipi” di elefante che ci viene presentata in questo bestiario con un unico protagonista è oltremodo ben fornita: c’è l’Elefantoboro, uno tra gli elefanti più antichi, l’Elefante Pacifista, quasi un animale mitologico, il Saxofante, per via del sassofono al posto della proboscide, l’Elefante-nuvola, in grado di cambiare forma, l’Elefante invisibile, il Trampoliere, il Gonfiabile, il DJ Fante…
Gli elementi che li contraddistinguono, sia nell’aspetto che nelle abitudini e facoltà, sono comprensibilmente numerosi, ma molti elefanti non dimenticano le loro origini comuni e per loro incontrarsi è un momento di gioia, di confronto e di crescita (gli elefanti sono dei gran chiacchieroni, oltre che delle buone forchette…).
[…] ma ci sono anche quelli che sembrano essersi dimenticati del passato trascorso tutti insieme a Elefantia: guardano gli altri di sottecchi, come fossero alieni.
A volte addirittura li insultano e urlano: «Tornatene da dove sei venuto! Questa non è casa tua!»
Anche nel mondo elefantesco dimorano insomma le medesime difficoltà di quello di noi umani, ma la convivenza e l’accettazione sembrano essere un traguardo possibile.
Di ritorno nel presente in commissariato, il Signor Marchino Belandi si rende conto di non essere stato sufficientemente preciso nel suo racconto al maresciallo. Nella sua piscina non c’era UN solo elefante. Ce n’erano molti! Si fa presto a dire elefante, quindi. Ma com’è possibile che il maresciallo sia così dettagliatamente informato e preparato sugli elefanti?
Sergio Olivotti, nella creazione di questo universo parallelo (più vicino a noi di quanto possa sembrare di primo acchito) ci mostra tutta la sua capacità di fondere la realtà con l’immaginazione, mixando anche ironia e umorismo, nel suo stile giocoso e onirico, fatto di abbondanza, trambusto, nonsense.
All’interno del libro c’è anche il testo di una canzone “Lo Ska dell’Elefante dal dietologo”, che è stata veramente realizzata ed è reperibile sulla pagina di YouTube dell’editore Rizzoli; scritta dallo stesso Sergio Olivotti, che oltre ad essere un architetto, un grafico e un illustratore è anche un musicista, musicata dal fratello Luca Olivotti e cantata anche da Marianna Balducci (altra famosa illustratrice di albi per l’infanzia).
Si fa presto a dire elefante
di Sergio Olivotti, pagg. 96, Rizzoli, 2021, prezzo di copertina(o prima di copertina): la facciata di presentazione del libro, in cui compare un’illustrazione, il titolo e generalmente il nome: 16,50 €
Età di lettura: dai 5 anni in su