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Al parco: tra nostalgia, illustrazioni e cosa vuol dire essere bambini

Impara ad illustrare e creare fiabe e racconti per bambini. [ADV]

C’è chi dice che veniamo dallo spazio, che siamo fatti di polvere di stelle e che un tempo siamo caduti qui da non si sa dove.
Così, andiamo al parco.

Si apre così, Al parco, accanto l’illustrazione di una bambina che cammina in una stanza poggiando un piede davanti all’altro sulla riga delle piastrelle, con una gonna larga e spigolosa dalla texture di fiori o di astronauti.

Le illustrazioni sono di Beatrice Alemagna, il testo della svedese Sara Stridsberg. L’albo è edito da Topipittori, come la maggior parte dei libri di Alemagna in Italia.

Al parco

testo di Sara Stridsberg, illustrazioni di Beatrice Alemagna, 64 pagg., Topipittori, 2022 – Età di lettura: dai 7 anni

copertina di Al parco

Ha una voce plurale, questo albo, capace in un niente di farsi universale. È uno di quei libri che sa dipingere, senza indorare, la posizione dei bambini, toccando temi come spazio, tempo, nostalgia.

A volte sembra che la nostra vita sia fatta di nostalgia. Una mancanza che stordisce per qualcuno che ci è sfrecciato accanto.

I bambini al parco, che non vogliono rientrare in città, giurano proprio di non farlo più.

Perché quando ci lasceranno tornare al parco, potrebbe essere troppo tardi.
E tutto quello che amiamo potrebbe essere scomparso. In un secondo.

A volte per arrivare al fulcro di una storia bisogna saperne filtrare la trama, in questo caso è già stata filtrata: è un essenziale accostarsi di momenti, brevi dialoghi e sensazioni. E siamo già nel suo nocciolo, che infatti sembra duri un giorno ma anche un ciclo di stagioni. E in questo nocciolo il parco diventa un trait d’union, un posto a metà tra un quotidiano a cui i bambini non sentono davvero di appartenere, e un cielo che si scopre casa di origine.

Al parco gli alberi si allungano verso il cielo con le loro braccia antichissime; se i bambini fossero alberi, i rami potrebbero essere le loro radici: Anche noi, come gli alberi, non ne vogliamo sapere di andare via.

La più alta e più profonda letteratura per bambini non è quella che insegna, bensì quella che indaga e cerca di comprendere. Prendendo in prestito le parole di Giorgia Grilli (dal suo Di cosa parlano i libri per bambini, Donzelli): È quella che si interroga ostinatamente su cosa “essere bambini” possa voler dire. Un interrogativo su cui forse solo l’arte, con i suoi modi indiretti, può gettare qualche luce.

Ci sono nuvole che dormono, la notte che spazza via tutte le persone, c’è qualcuno che odora di lampo, un vento alito di drago, e fiori giganti che proteggono.
Dalle illustrazioni arriva un senso di altrove, di solitudine, di inconsapevole.
I risguardi sono scuri e selvaggi, paurosi; si intravedono forme di giostre ma potrebbe essere un pericoloso fondale marino. Altre figure sono più familiari ma immerse in colori che quasi trasmettono disagio; ci sono bambini in gruppo che giocano, da soli che pensano.

Quando i bambini esclamano che non torneranno a casa, una è inginocchiata con le mani nella terra, come a riflettere sul suo significato, di casa. In realtà il soggetto del testo è un noi, ma nell’illustrazione compare la bambina sola, intorno spazio grande e apparentemente silenzio. Questa ambiguità tra testo e immagine, che causa come una piccola scossa di disorientamento, è una caratteristica tipica dei lavori di Alemagna (lo dice meglio Giovanna Zoboli in un pezzo molto interessante che si intitola La poetica dei cosi).

Ha un ritmo particolare, Al parco, che forse viene dal ritmo della sua lingua originale, o forse dall’alternarsi di frasi di diverse lunghezze, o da un modo di lasciare in sospeso certe connessioni.

Anche le illustrazioni in Al parco hanno un loro misterioso ritmo, un alternarsi di pagina doppia, singola, assente, di scuro, chiaro, di immobile. Rappresentano un sostegno sicuro per il testo, come se ne avessero compreso ogni piega, e allo stesso tempo potrebbero esistere indipendentemente.

Sono immagini potenti, a volte sbavate come acquerelli e a volte grezze come gessetti o pastelli a cera.

Una bambina, seduta su un ramo alto di un albero, potrebbe addirittura assomigliare all’illustratrice: ha le gambe penzoloni ossute come le sue e i capelli neri con la frangia. È una tavola di linee magre e chiare su uno sfondo surreale dalle sfumature di pesca e di fuoco che annunciano un tramonto o un terremoto.

RISPARMI 1,20 €
Al parco
  • Stridsberg, Sara (Autore)
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