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Shh! Abbiamo un piano: una fantastica lettura ad alta voce

Impara ad illustrare e creare fiabe e racconti per bambini. [ADV]

Un’altra perla del 2014 che ci tengo a farvi conoscere è l’ultimo lavoro di Chris Haughton, giovane autore e illustratore irlandese pluripremiato in varie parti del mondo che ama sperimentare linguaggi e canali espressivi (andate a vedere la sua esuberante app per bambini) per confezionare divertenti storie per bambini.

Il libro in questione, il suo terzo albo illustrato, è SHH! Abbiamo un piano, portato nel nostro paese ancora una volta da Lapis (bravi!). Età di lettura consigliata dalla casa editrice: dai 4 anni

Shh Abbiamo un pianoSiamo nel bel mezzo di una foresta immaginaria, dove gli alberi, il prato, il cielo, tutto è colorato di blu, azzurro, viola. Campiture piatte, nette, tinte simili alternate a forti contrasti, paesaggio scarno. E’ in questo scenario che ricorda quello dei Tre briganti di Tomi Ungerer che si aggirano sinistri quattro ometti incappucciati in fila indiana. I primi tre tengono in mano un retino mentre il quarto, il più piccolo (probabilmente un bambino), si limita ad andargli dietro.

Una scena di Shh abbiamo un piano!

Gli ometti dagli occhi a palla si muovono quatti quatti alla ricerca di qualche uccello da acchiappare. E presto lo trovano: incantevole, posato su un rametto, con la coda di un bel colore rosa, illuminato da un fascio di luce che cala dall’alto come se fosse una diva. Unico elemento variopinto in un contesto tutto monocromatico.

Ciao uccellino! Fa il piccoletto, che non riesce a trattenersi. Ma gli altri lo zittiscono prontamente Shh! SHH! Abbiamo un piano! Ed ecco che spunta fuori una gabbietta.

I tre cacciatori improvvisati tendono una trappola all’uccellino… ma quanto sono imbranati! Il loro goffo tentativo di acciuffarlo avvicinandosi in punta di piedi fallisce miseramente e ruzzolano uno sull’altro. Lo splendido volatile non si accorge nemmeno di loro.

I cacciatori cadono

Ah, che disdetta. I loschi individui non mollano e continuano la caccia. Ora l’elegante uccello si è spostato su un ramo più alto. Serve una scala per arrampicarsi. Eccola magicamente spunta fuori. I tre sono pronti a salire piano piano… Pronto uno, pronto due, pronto tre… VIA! Qualcosa va storto un’altra volta e i tre fanno un capitombolo.

La vicenda va avanti in maniera circolare seguendo questa simpatica formula. Il piccolo continua a salutare l’uccellino quando lo incontra, il resto del gruppo lo zittisce e tenta, senza successo, di incastrare il pennuto.

i cacciatori zittiscono il bambino

Shh! Abbiamo un piano: caratteristiche vincenti

Testi asciutti e sonori affidati esclusivamente ai dialoghi dei protagonisti, ritmo crescente, effetto sorpresa, irresistibile espressività dei personaggi che sembrano caricature di loro stessi. Il divertimento cresce di pagina in pagina, di fallimento in fallimento. Ciò che non viene detto con le parole risulta evidente ed esplicito grazie alle immagini, estremamente comunicative ed efficaci.

Indovinate, alla fine, chi riuscirà a calamitare l’attenzione dello splendido uccello? E quale espediente metterà in atto?

Il bambino e l'uccellinoIl quarto omino, il bimbetto, quello che salutava sempre, si dimostra nettamente il più intelligente. E sarà fin troppo bravo a richiamare a sé il bellissimo esemplare.

La conclusione è tutta da ridere, con il gruppo malintenzionato che si becca una meritata punizione. L’ultima scena, come ci ha già abituati Chris nei suoi precedenti libri, prevede un finale aperto che lascia ai giovani lettori la possibilità di continuare la storia, immaginando nuovi sviluppi.

Una lettura teatrale

Una narrazione brillante, che viene naturale leggere facendo un po’ di “teatro”, imitando le mosse dei loschi protagonisti, dando enfasi alle espressioni e ai movimenti buffi, ripetendo SHH! più e più volte, cercando lo sguardo dei bambini in ascolto. E che divertimento leggerla e recitarla in più persone, 4 per l’appunto, come gli ometti!

Sono certa che Chris, con Shh! Abbiamo un piano, intenda dar voce a un suo pensiero preciso: l’assurdità della caccia, attività che viene messa in ridicolo, sbeffeggiata e praticata da tre tontoloni.

Diversamente dai grandi, il bambino è l’unico a mostrare intelligenza e ad entrare in empatia con gli animali del bosco senza scopi strumentali.

Questo autore mi piace sempre di più. Con il suo linguaggio immediato, giocoso e semplice sa essere comunicativo e perentorio non dimenticandosi mai di parlare ai bambini nel modo che loro amano e capiscono.

Per approfondimenti vi rimando a:

 

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