Dov’è il tempo per leggere?

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Facciamo un gioco? Proviamo a ripercorrere velocemente la giornata dei nostri bambini dalla sveglia del mattino al tuffo serale nel letto?

Ecco la mia ipotesi:
  • squillo della sveglia e momento di sconforto
  • gli adulti si trascinano fuori dal letto e cominciano a prepararsi (facendo rumore e sperando che così i figli aprano gli occhi e spontaneamente si alzino)
  • i bambini rimangono sotto le coperte
  • i grandi iniziano a chiamarli
  • un genitore si occupa della colazione
  • i bambini tergiversano e continuano a rotolarsi nel letto
  • la colazione è pronta, ma i bambini protestano perché hanno ancora sonno
  • dopo altri minuti trascorsi a ricordare che è ora di svegliarsi, i bambini scendono controvoglia dal letto
  • segue la trafila del lavarsi-vestirsi-sbrigarsi-correre- salire in macchina-muoviamoci che facciamo tardi!
  • trafelati i bambini varcano i cancelli di scuola e gli adulti si catapultano verso i loro impegni di lavoro o domestici
  • cosa accade durante le canoniche 8 ore di scuola? Più o meno possiamo immaginarlo: i bambini rimangono seduti per gran parte del loro tempo, impegnati in lezioni frontali, intenti a scrivere, leggere, fare esercizi, disegnare, ripetere lezioni e formule
  • conclusa la lunga maratona scolastica, molti di loro verranno accompagnati direttamente da genitori, nonni o baby sitter in palestra, piscina, campetto da calcio, o a lezione di inglese o di hip hop o di arte o musica, o a casa di un amico o a giocare al parco
  • oppure andranno insieme a mamma o papà a fare la spesa
  • fatto tutto questo, rientreranno finalmente a casa, stremati
  • sarà quasi ora di mangiare, gli adulti si precipiteranno a preparare la cena, i bambini stramazzeranno sul divano a guardare i cartoni animati…

A questo punto, voi ve la sentireste di rivolgere a vostro figlio la fatidica domanda: perché non leggi un bel libro?

Il tempo per leggere è impegnativo trovarlo da adulti, figuriamoci da bambini, con giornate così piene e stancanti.
Si tratta di una considerazione ovvia, che spesso mi ritrovo a fare, e che qualche giorno fa è tornata alla ribalta dopo aver letto quanto scritto da Carla Colussi sulla sua bacheca Facebook: poi mi dicono “ma signora, mio figlio non legge, come faccio?”. Quando legge? Dopo otto ore di scuola, due di ginnastica e poi corri al supermercato? E’ ovvio che a questo punto si spalma sul divano! Tu non lo faresti!???
Proviamo a farci un esame di coscienza e non chiediamo ai nostri figli l’impossibile.
Se desideriamo che si avvicinino ai libri e ne siano incuriositi, che abbiano l’energia e la freschezza mentale per interessarsi a una storia, allora dobbiamo creare i presupposti perché questo avvenga.
leggere in macchina

Come?

  • Sin da quando sono piccoli, e trascorrono più tempo in casa e insieme a noi, abituiamoli alla lettura condivisa e creiamo una routine legata all’ascolto delle storie (non solo prima di andare a dormire)
  • Facciamo in modo che le loro giornate siano attraversate da momenti liberi, “vuoti”, lenti e “noiosi”, tutti per loro
  • Oltre a portarli in piscina, al corso di musica o al supermercato, andiamo insieme a loro in biblioteca e in libreria (prendiamolo come nostro impegno, almeno una o due volte al mese)
  • Proponiamogli libri che rispondano ai loro interessi (gli piace giocare con le macchinine? Non potranno mancare albi illustrati pieni di foto o belle illustrazioni di mezzi di trasporto; ama i cani, i gatti o altri animali? ci sono bellissimi libri che li hanno per protagonisti; è un appassionato di puzzle? alcune storie illustrate sono proposte come schede da assemblare… e avanti così)
  • Parlate con loro dei personaggi dei libri e delle storie che vi hanno più appassionato. Conversate intorno ai libri durante e dopo la lettura, anche quando state facendo altro e accade qualcosa che improvvisamente vi fa venire in mente una storia letta
  • Portate SEMPRE uno o più libri in borsa quando siete fuori casa e tirateli fuori al posto del solito cellulare per riempire i momenti di attesa
  • Fategli prendere la bella abitudine di portare i libri più amati a scuola, per mostrarli ai compagni e magari chiedere alla maestra di leggerli insieme
  • Parlate con la maestra dell’importanza della lettura e cercate di capire se anche in classe, con regolarità, viene dedicato del tempo alla lettura di storie
  • Oltre a guardare la tv, sul divano è possibile rilassarsi anche leggendo un bel libro! Fatelo prima voi, ogni volta che vi va, e il vostro esempio sarà per loro molto più significativo di tante raccomandazioni
  • Fategli trovare libri in tanti posti diversi e alla loro portata (anche sopra una sediola in bagno o in cucina, sul tavolino del salone e assolutamente in macchina!)
  • Regalate libri sensati e ragionati ai compleanni dei loro compagni o cugini
  • Quando c’è qualche amico in casa, proponete, fra i vari giochi che saranno liberi di fare insieme, anche un momento di lettura divertente (senza forzarli, con molta naturalezza)
  • Non giudicateli se leggono poco, male, cose che a voi non piacciono. Lasciateli tranquilli e liberi di accostarsi ai libri nel modo che scelgono loro (più avanti avranno modo di maturare come lettori, se solo gliene diamo il tempo!)
  • Il sabato e la domenica, gli unici giorni senza scuola e senza tabelle di marcia prestabilite, approfittiamone per ritagliarci sempre del tempo lento da trascorrere in compagnia dei libri.
  • Quando cominciano a imparare a leggere da soli, con tutte le fatiche del caso, e anche quando sono già diventati lettori autonomi sicuri, non smettete di leggere per loro.

Per rafforzare quest’ultimo punto, riporto l’esperienza di Ramona B., lettrice affezionata di Milkbook, che mi ha mandato un messaggio che condivido in pieno: “Ho notato che molti genitori pretendono che i figli leggano da soli, una volta imparato a leggere, definendoli pigri se non lo fanno. Io ho scoperto con mio figlio che ai bambini piace moltissimo sentire leggere e non è vero che ascoltando, loro non imparano. Un adulto che legge bene per loro è una grande fonte di ispirazione. Ascoltando il tono di voce che via via cambia seguendo la storia, loro capiscono come interpretarla e oltre a essere incuriositi hanno voglia di imitarci per creare le stesse sensazioni. E poi, se capita anche che qualche volta per ”pigrizia” hanno voglia di far leggere noi e di ascoltare soltanto, secondo me, non c’è niente di male, anzi, magari si può proporre di fare un po’ a turno: una volta leggiamo noi e una volta leggeranno loro per noi.

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