Il giorno in cui il tempo si è fermato è il primo libro di Flavia Ruotolo pubblicato in Italia dopo aver fatto tappa negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Germania.
La cover ha lo sfondo giallo e il titolo è scritto in bianco, tranne il tempo, che è in verde. Verde è anche il ghiacciolo, sulla destra, tenuto per la stecca da una mano bambina che indossa un orologio sorridente, le lancette come baffi sulle 17:33 (più o meno, perché non ci sono tacche, ma nelle prime pagine scopriremo che sono le 17:33 e che siamo a Genova); è un ghiacciolo ancora intero, ma gocciola da un lato.
Questo abbinamento di colori non può essere casuale: mi fa pensare che il ghiacciolo rappresenti il tempo che passa; o che, come per magia, in certi momenti non passa. Infatti una volta, dice la protagonista, proprio mentre dava il primo morso al suo ghiacciolo il tempo si è fermato.
Sono rossi i capelli della protagonista, una bambina dall’aria decisa, i pantaloni a pois, gli stivali e la maglia gialli. L’ho chiamata protagonista, ma in realtà il vero protagonista è il tempo, o il mondo, o tutti gli altri personaggi che incontriamo nel libro. Perché Il giorno in cui il tempo si è fermato racconta un giro del pianeta in un solo minuto! È un viaggio di 40 pagine, somiglia anche a una carrellata di diapositive.
È un albo non-fiction che però porta con sé anche una componente narrativa, in ogni storia minima che ci mostra e nella cornice in cui agisce la bambina.
Il giorno in cui il tempo si è fermato
di Flavia Ruotolo, edito da RAUM Italic, 2024, 40 pagg.
«L’intuizione alla base del libro è che il mondo è vasto e vario ma che in un certo modo tutti compiamo le stesse azioni e gli stessi gesti. Questo ci unisce e ci rende una cosa sola» afferma Flavia Ruotolo, che si è prestata gentilmente a rispondere ad alcune mie curiosità.
Mentre il tempo è fermo infatti noi lettori abbiamo l’opportunità di scoprire cosa succede in altre parti del mondo, dove però non sono le 17:33 come a Genova, per via dei fusi orari. In qualche posto per esempio è notte e qualcuno sta per addormentarsi, da qualche parte scoppiano i fuochi artificiali e altrove si schiude l’uovo di una coppia di pinguini.
Ogni pagina ha la sua tavola, che può essere su sfondo bianco oppure in un riquadro nero o blu dai bordi ondulati, come in una porzione di cielo buio, e la sua didascalia in basso, che sembra scritta a mano in stampatello maiuscolo. «Volevo che tutto fosse disegno, anche la parte testuale, e per far sì che si compenetrasse con le immagini e ho preferito usare una scrittura infantile e sbilenca per rendere tutto omogeneo ed evitare l’effetto “libro di scienze”» dice l’autrice. Così viene presentato ciascun personaggio, in genere col nome proprio e quello che sta facendo in quel momento, tra parentesi il luogo e l’ora.
Arrivati alla fine, quando scatta il minuto successivo e il tempo riprende a scorrere come deve, capiamo che non siamo davvero alla fine, perché dopo c’è un planisfero, su pagina doppia: tante bandierine gialle indicano le città dove abitano i personaggi che abbiamo appena incontrato. E seguono altre due pagine di approfondimento sui fusi orari.
Più o meno nello stesso ordine si è sviluppato il processo creativo: prima sono stati realizzati tantissimi schizzi, «poi ho pensato a come riunire questa collezione di momenti e di sincronicità: ho agito come fosse un gioco di immaginazione, punta il dito sul mappamondo e immagina cosa sta succedendo là proprio adesso!» (Flavia Ruotolo).
C’è molta modernità in questo albo: un’autrice esperta di design per bambini, una tecnica tutta digitale, un tema che rispetto al passato è piuttosto noto ai bambini (quanti bambini videochiamano i parenti all’estero stando attenti a non farlo in determinate fasce orarie?), un’apertura culturale etc.
«Ho scritto e impaginato l’intero libro: sono grafica e mi piace occuparmi di tutto, e la cover con cui è uscito per Raum Italic è quella originale che avevo progettato all’inizio» dice Flavia (con l’editore Prestel Publishing invece è stata scelta una copertina(o prima di copertina): la facciata di presentazione del libro, in cui compare un’illustrazione, il titolo e generalmente il nome più esplicita rispetto al tema del tempo e della ciclicità).
In queste pagine troverete di sicuro qualcosa che vi farà sorridere, qualcosa che vi ricorderà qualcos’altro di più familiare, e magari qualcosa che vi riguarda.
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