Pubblicato per la prima volta nel 1964 da Harper & Row, The Giving Tree di Shel Silverstein è stato tradotto in venticinque paesi e ha venduto oltre cinque milioni di copie nel mondo. In Italia è arrivato nel 2000, un anno dopo la morte del suo autore, grazie a Salani Editore che lo ha pubblicato con il titolo “L’albero“.
Si tratta di un’opera incredibile, potente, controversa, che emoziona, turba e rimane impressa a partire dalla prima lettura. Un libro universale, scritto in modo semplice e diretto, leggibile da chiunque e soggetto a tante interpretazioni diverse. Non a caso, Silverstein stesso ha affermato:
Penso che i libri, anche quelli per bambini piccoli, possano contenere più di un’idea. Una sola storia può contenerne molte, almeno cinquanta.
Vi racconto L’albero di Shel Silverstein
All’inizio è pura dolcezza. La storia di un incontro e di un amore che sboccia.
C’era una volta un albero che amava un bambino.
Ogni giorno il bambino arrivava
e raccoglieva le sue foglie
che intrecciava in corone per giocare al re della foresta.
Immagini essenziali realizzate a china su pagina bianca, com’è tipico di questo immenso autore, definito un “autentico genio” dal New York Times, che oltre a scrivere e illustrare libri è stato anche poeta, musicista, autore di canzoni per Mick Jagger, vignettista.
E’ commovente vedere come l’albero accoglie e abbraccia con le sue chiome il bambino e gli regala le sue foglie per giocare.
Il bambino amava l’albero…
moltissimo.
E l’albero era felice.
Il bambino si diverte insieme all’albero: si arrampica, si dondola sui rami, mangia le sue mele, gioca a nascondino, si riposa sotto la sua ombra.
A un certo punto, le cose cambiano.
Ce lo aspettiamo. E’ la svolta narrativa che fa accadere qualcosa di imprevisto e sconvolge l’ordine della storia.
Ma il tempo passò.
Il “ma” preannuncia che qualcosa non va. Il tempo passa, e questo è un dato di fatto, non ha un’accezione negativa. Il “ma”, invece, ci fa capire che il tempo di prima, quello della felicità, probabilmente è perduto.
Il bambino cresce, diventa un ragazzo, e ora ha altre cose a cui pensare, altri interessi. Va dall’albero solo quando gli serve qualcosa.
Sono troppo grande per arrampicarmi e giocare
Ora gli occorrono soldi per divertirsi e comprare cose. L’albero, immutabile e affezionato, vuole che sia felice, e lo invita a raccogliere le sue mele e a venderle in città.
Il ragazzo prende tantissime mele e se ne va.
Torna solo dopo molto tempo, da uomo. Ora chiede una casa tutta per lui e l’albero, che lo vuole vedere ancora felice, gli suggerisce di tagliare i suoi rami e di costruirne una.
Passano altri anni, l’uomo è ormai un triste vecchio, deluso dalla vita, quando ritorna dall’albero.
Voglio una barca che mi porti lontano da qui
E ormai lo sappiamo quello che succederà… Il vecchio taglia il tronco senza farsi problemi e con il legno si va a costruire una barca.
A questo punto l’albero, ridotto a un ceppo, non è più così felice.
Le ultime pagine descrivono l’incontro finale. Siamo preparati al peggio.
E invece ci sbagliamo. I due riescono a ritrovarsi e scoprono di avere ancora bisogno l’uno dell’altro. Un bisogno vero, non materiale, e reciproco.
Si riuniscono al termine della vita. Peccato per tutto quello che si sono persi.
La lettura di questo libro procura brividi e sentimenti contrastanti: tenerezza, gioia, delusione, tristezza, amarezza… E’ una storia da un lato tenera e dall’altro cruda, spietata. Inoltre fa sorgere innumerevoli domande:
Chi è l’albero veramente? Rappresenta Dio? E’ il simbolo di madre natura? Oppure in realtà è la figura di una mamma generosa, amorevole e sempre presente? O di un amico disponibile e premuroso?
E la storia del bambino è quella di noi tutti? Dell’umanità che, col passare degli anni, diventa insensibile, cinica, egoista, vittima del consumismo?
Domande che rimangono sospese e che lasciano a ognuno di noi una personale elaborazione e interpretazione.
Avrete capito, mi auguro, che questo è un libro di una profondità straordinaria. Un libro senza tempo e senza confini.
Ecco la prima versione animata del libro prodotta nel 1973 e letta da Shel Silverstein in persona. Il video è un po’ rovinato, ma vale la pena guardarlo e ascoltarlo fino alla fine:
Su Youtube si trovano anche altre versioni della storia, addirittura una realizzata con la plastilina
Ora chiedo a voi: lo avete letto? Lo adorate come me? E i vostri bambini ne sono stati conquistati?
Sono contenta di informarvi che il libro è stato appena ristampato. Correte a comprarlo!
“L’albero” ha vinto il Premio Andersen 2015 come miglior libro mai premiato.