Magda, la talpa artista

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Ciao a tutti! Mi chiamo Sasha, si presenta l’intruso tirandosi su.
Ciao! Io sono Magda.
Sapresti indicarmi un angolino tranquillo dove stendere la mia amaca? Devo prepararmi per il grande giorno: ci siamo quasi.

Magda au grand jour è il titolo d’apertura di una nuova serie di albi illustrati pubblicati da Èditions Gallimard Jeunesse (Parigi, 2022), da poco arrivati anche in Italia grazie a L’ippocampo (marzo 2023). Questi albi, due per il momento, hanno per protagonista una piccola talpa che ha trascorso tutta la sua vita nel sottosuolo senza mai avventurarsi nel “mondo di sopra” ed anzi, si direbbe, senza averne mai provato nemmeno il desiderio. In questo primo volume (Magda e i mille colori del giorno nella traduzione italiana, mentre il secondo è Magda e il piccolo mondo dello stagno) conosciamo la protagonista e i suoi amici, il rospo Maurizio, la chiocciola Cloe e tanti altri animaletti che abitano le stesse grotte e gallerie sotterranee; sembra che nessuno di loro sappia bene cosa ci sia in superficie, avendo come unico legame con il mondo “di lassù” la presenza periodica, ma momentanea e silenziosa, di chi scende di sotto per andare in letargo, trovando ospitalità nella terra tiepida e morbida.

Magda è un’artista, dipinge bellissimi quadri che raffigurano quel che le sta attorno: buchi, terriccio, radici… Tutti ne restano sempre incantati, poiché nei quadri di Magda vedono tutta la bellezza che c’è nel sottosuolo e di cui spesso si dimenticano. Eppure Magda è turbata da un indefinito senso di insoddisfazione: le sue tele non la convincono del tutto, sembra che manchi sempre qualcosa, confida sconsolata alla sua migliore amica Cloe.

È a questo punto che entra in scena Sasha, l’intruso. All’improvviso casca giù dal soffitto terroso e piomba direttamente sul tappeto di Madga. È un bruco dai grandi occhioni tondi che gli danno un’aria mite e simpatica; è capitato lì incidentalmente, cercando un posto dove riposare in vista del suo grande giorno. Anche i bambini possono facilmente intuire in cosa consista il “gran giorno” di Sasha, in fondo lui è un bruco e desidera farsi un bozzolo in cui riposare. Non è la sorte di Sasha insomma a stupire, sebbene per Magda invece la sorpresa è enorme e avrà importantissime conseguenze. Proprio grazie al grande giorno del suo nuovo amico infatti, lei stessa vivrà una radicale ed intima trasformazione, un suo personalissimo grand jour che la porterà a scoprire ciò che non sapeva nemmeno di stare cercando.

MAGDA e i mille colori del giorno

testo di Anne Sibran, illustrazioni di Émilie Angebault, traduzione di Edvige Le Nӧel, 34 pagine, L’ippocampo 2023, euro 9.90 – Lettura consigliata dai 4 anni

L’espressione grand jour in francese significa “grande giorno”, appunto, ma si usa anche in riferimento a qualcosa che si svela, che esce allo scoperto: Magda au grand jour potrebbe essere tradotto anche con “Magda in pieno giorno, alla luce del sole”, Grand jour : Définition simple et facile du dictionnaire (linternaute.fr). E infatti proprio di questo si tratta, sia in termini letterali che simbolici.

Dopo aver fatto gli onori di casa con Sasha, portandolo in visita fra le gallerie e facendogli conoscere quanta vita c’è nel sottosuolo, sfatando il pregiudizio che qui fa sempre buio e non succede mai niente, tocca alla talpa rivoluzionare le proprie convinzioni. Lo fa proprio accettando l’invito di Sasha, ormai farfalla, a seguirlo fuori dalla terra, dove ad aspettarla c’è il tripudio della Primavera.

Ecco che cosa serviva ai suoi quadri! Distesa sull’erba soffice, sotto l’azzurro del cielo, la luce del sole e il volo degli uccelli, Magda trova quello che le mancava per dare pienezza alla sua vita e dunque anche alla sua arte: quei mille colori del giorno eletti a titolo per l’edizione italiana dell’albo. È la scoperta di una nuova fonte di ispirazione e di gioia.

La narrazione di Anne Sibran scorre con gran piacevolezza, offrendoci parole precise e belle (l’arvicola, l’onisco, la sorgente che gorgoglia, il soffice giaciglio, gli insetti che bottinano…). Il testo è abbastanza lungo per i canoni dell’albo illustrato ma le tavole che l’accompagnano sono così ricche e sovrabbondanti di dettagli che non dispiace agli occhi poterci sostare un po’ più a lungo. Mentre l’adulto legge, il bambino, la bambina, può ascoltare e contemporaneamente godere di ciò che vede: semi d’acero, bulbi dormienti, ranuncoli, papaveri, trifogli, violette e pratoline e ancora cimici rossonere, api, limacce, cavallette e lombrichi, bisce e pipistrelli…. Insomma tutta la vita che sta sopra e sotto il prato a primavera. L’illustratrice, Émilie Angebault, crea per Magda un universo complesso che eccede ciò che viene narrato dal testo, andando molto oltre la semplice didascalia, come deve accadere di fatto in ogni buon albo illustrato.

In questo libro tutto è lieve, positivo, luminoso, teso a celebrare la natura ispirando nel lettore, così come accade ai protagonisti del racconto, meraviglia, commozione e un intimo senso di gratitudine.

La storia affida proprio a Magda e ai suoi pennelli il compito di rendere manifesta la bellezza della natura; è attraverso i suoi quadri che tutti gli altri personaggi, che vivano sopra o sotto il prato, possono ricordare o vedere per la prima volta, come in un’epifania, che c’è bellezza ovunque. I dipinti consentono di accedere al bello che la vita nega, perché ad un animale del sottosuolo la luce del sole e i colori del prato non sono dati, e questo non si cambia. Allo stesso modo, un uccello o una farfalla restano per lo più ignari dei tesori del sotterraneo perché non è quello l’ambiente per cui sono fatti. Ma ci sono le tele di Magda a fare da ponte e dono reciproco tra i due mondi. Una di queste tele sarà un regalo anche per il lettore, proprio in chiusura dell’albo.

La vicenda di questa piccola talpa è in fondo anche una efficace metafora del potere di rivelazione e di compensazione dell’arte, nonché della profondità del processo insito nell’operare artistico. Per riuscire a svelare ed offrire la bellezza agli altri, Magda deve prima “uscire allo scoperto” personalmente, deve vedere, sentire, raccogliere stimoli e visioni, deve essere lei stessa soggetto di disvelamento. Solo dopo potrà farsi messaggera per altri, portando la Primavera anche sotto terra.

Se la Primavera è di fatto il grand jour della natura, in cui tutto quel che era nascosto si rivela, sboccia e dà il meglio di sé, non va dimenticato, come la saggia talpa insegna nel finale, che perché tutto ciò sia possibile e vistoso in superficie, è indispensabile il paziente, silenzioso, nascosto riposo dei semi, delle uova, delle radici nel sottosuolo.

Non c’è “gran giorno” per la farfalla senza l’attesa operosa del bozzolo.  

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