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Poka & Mine: due come noi

Creati dall’autrice e illustratrice belga Kitty Crowther, Poka & Mine sono i protagonisti di una delicata serie nata Oltralpe nel 2005, che negli anni ha collezionato diversi episodi. Arriva per la prima volta in Italia nel 2021 per merito dell’editore milanese Topipittori, che affida la traduzione alla poetessa Chandra Livia Candiani. I titoli di questo lieto debutto sono: “Le nuove ali” e “Il calcio“.

Le prime due avventure di Poka e Mine

Le nuove ali

La piccola Mine si rompe un’ala mentre è intenta a fare un gioco di equilibrio pericoloso. La caduta è dolorosa e Poka la porta dal dottore, dove la bambina-insetto sceglie due splendide ali di farfalla in sostituzione.

Lei ne va fiera, sono davvero due ali gloriose, ma già quando stanno per rientrare a casa si rende conto che non sono molto adatte… sono talmente ingombranti e pesanti che non riesce a volare e le deve piegare tutte per passare attraverso la porta.

La piccola non è più tanto sicura di volerle e scoppia a piangere. Molto meglio le sue ali riparate, che sono così giuste, leggere e perfette per la sua figura. Ora se ne è resa conto. Come si suol dire, sbagliando (e provando) si impara.

Poka non è convinta delle sue ali da farfalla

Il calcio

Mine si appassiona improvvisamente al calcio e decide che vuole cimentarsi in questo sport, anche se Poka le dice che è da maschi. «Sì, e allora?» ribatte lei.

Si iscrive allora a un corso di calcio, riceve una bella divisa di squadra e, con il papà, va a comprare le scarpe coi tacchetti. Quelle rosse a marchio Gibs che brillano dalla vetrina le sembrano le più desiderabili e supplica il padre di comprarle, anche se sono care. È convinta che con quelle ai piedi giocherà meglio.

Mine sceglie le scarpe Gibs

Il primo allenamento è duro, diverso da come se lo era figurato. Le super scarpe non fanno miracoli e lei deve ancora imparare tutto. Alla fine si sente demoralizzata e triste, anche perché nello spogliatoio i suoi compagni, tutti maschi, vanno a farsi la doccia insieme e la lasciano lì da sola ad aspettare che abbiano finito.

Quando il papà la va a prendere, Mine ha una crisi di pianto, ma nonostante la forte delusione gli vieta di andare a lamentarsi con l’allenatore. Vuole cavarsela da sola. E dimostrare di potercela fare. 

Mine gioca a calcio

E ci riesce, trovando un modo originale per allenarsi col tiro ed esercitandosi a casa, tutti i giorni, per arrivare alla partita di sabato pronta. L’impegno quotidiano dà i suoi frutti, le cose prendono la piega che sperava e nasce anche un bell’affiatamento coi compagni di squadra. Sembrerebbe proprio l’avvio di una felice “carriera” calcistica per lei, ma le passioni improvvise, così come arrivano, possono sfumare in un lampo, ed ecco che una nuova irresistibile tentazione le si materializza davanti agli occhi… 


Semplici e universali, le vicende che riguardano Poka e Mine sono situazioni quotidiane che accomunano genitori e figli piccoli, in cui è naturale e bello ritrovarsi. I due personaggi sono tratteggiati con delicatezza, vivacità e realismo.

Mine sperimenta, prova, si tuffa con l’impeto proprio dell’infanzia in nuove avventure, passa dall’entusiasmo alla tristezza nell’arco di un battito di ciglia. Poka è un adulto non invadente ma presente, che l’asseconda affettuosamente ma si fa travolgere anche lui dall’emotività e non di rado sbaglia. 

Sono due come noi, alle prese con gioie e delusioni, con sorprese e imprevisti, con azioni e reazioni non programmate. Istintivi, spontanei e mai completamente preparati alle prove che la vita mette loro davanti, ci piacciono proprio per questo. Perché risultano umanissimi, buffi e un po’ sbilenchi, anche nell’aspetto. Una coppia che, a mio parere, metterà d’accordo grandi e piccoli, a partire dai 3 anni di età. 

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