Caterina Arcaro e Valentina Mai di Kite Edizioni sono le nostre intervistate della settimana. La loro è la casa editrice “dell’aquilone“, quella che pubblica i libri della sorprendente Satoe Tone e che in ogni proposta editoriale dimostra sensibilità e profondità.
Prima di lasciarvi alla lettura, vi faccio una domanda: sapete che le illustrazioni hanno una temperatura? E che è proprio il tipo di temperatura a guidare le scelte di Kite Edizioni? Andate in fondo all’intervista e tutto vi sarà chiaro 🙂
INTERVISTA A KITE EDIZIONI
Quando e come è nata Kite Edizioni e qual era la vostra idea di partenza?
Kite Edizioni è nata nel 2006, inizialmente pubblicando libri illustrati in co-edizione con editori francesi. L’idea di partenza è stata quella di diffondere albi illustrati di qualità, desideravamo pubblicare libri che fossero capaci di emozionare il pubblico.
Qual è il motivo principale che l’ha spinta a diventare un editore di libri per bambini?
Ho sempre creduto nella potenza dell’immagine illustrata, che considero una vera e propria forma d’arte, per la sua intrinseca qualità di arrivare diretta e non filtrata al fruitore. Gli albi illustrati sono generalmente considerati “per bambini”, ma in realtà possono raggiungere e lasciare il segno in lettori di tutte le età.
Come si struttura la vostra produzione editoriale? E qual è il filo comune che lega le vostre pubblicazioni?
La collana “Albi Illustrati“ è il cuore della nostra produzione, conta una sessantina di titoli. Accanto a questa affianchiamo collane come il “Sapere Illustrato” in cui l’arte e la storia si uniscono alla fiction. Nei “Percorsi Pedagogici” proponiamo monografie e strumenti di approfondimento scritti e curati da accademici e professionisti del settore.
“Le Voci”, l’ultima collana nata quest’anno, tratta tematiche attuali per un pubblico di adolescenti e adulti, sempre sotto forma di albo illustrato(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che, ma con proposte “forti”, sia dal punto di vista iconografico che testuale.
“I libri gioco”: progetti di design più che libri veri e propri. Al di là dell’estetica offrono spunti per giocare, inventare, crescere. Il filo comune rimane sempre lo stesso: trasmettere contenuti che possano emozionare, far riflettere, divertire.
La nostra ambizione è fare libri che possano offrire più livelli di esperienza e lasciare un segno nella vita del lettore.
Quanti titoli pubblicate l’anno?
In linea di massima tra i 10 e i 12 titoli l’anno tra nuove edizioni e ristampe. Facciamo anche acquisizioni, ma il più delle volte si tratta di progetti originali curati da noi. Dal 2011 sotto il marchio Passepartout pubblichiamo buona parte del nostri titoli anche in lingua francese.
Quanto sono diffusi e conosciuti i vostri libri in Italia? Siete soddisfatti della distribuzione e della visibilità a voi riservata?
Negli ultimi anni la nostra riconoscibilità è certamente aumentata, così come l’attenzione da parte delle librerie e degli addetti al settore, e stiamo riscontrando un crescente interesse del pubblico, anche attraverso i social network. Tutti indizi incoraggianti, ma su questo fronte abbiamo ancora molta strada da fare.
La distribuzione è nazionale e possiamo dirci abbastanza soddisfatte. Da qualche anno accanto al circuito delle librerie e delle biblioteche abbiamo affiancato anche quello dei bookshop museali.
In Italia ci sono molte valide librerie indipendenti, che selezionano con cura le loro proposte e in questi casi non è difficile instaurare dei buoni rapporti di collaborazione e avere presenza e visibilità. Nelle librerie di catena vengono preferiti prodotti più commerciali, solo gli autori più noti riescono a conquistarsi uno spazio tra gli scaffali. Nel circuito delle biblioteche vale un po’ lo stesso principio, quando la scelta è di qualità troviamo il nostro spazio.
Come scegliete gli autori e gli illustratori da pubblicare o i libri esteri da portare in Italia?
Non è rilevante il modo in cui si propongono o li scopriamo, quel che conta è che la storia o il progetto ci convinca. Non abbiamo temi preferiti o categorie preesistenti. Tendenzialmente preferiamo lavorare con illustratori esordienti o ancora non pubblicati in Italia. Ci piace creare continuità e siamo interessati ad acquisire titoli di autori/illustratori con cui già lavoriamo e ci troviamo bene.
Un albo illustrato le piace quando…
riesce a suscitare emozione.
Un albo illustrato non le piace quando…
non comunica nulla.
Quali sono i titoli Kite Edizioni a cui è più legata, e perché?
Uno è senza dubbio “Questo posso farlo” di Satoe Tone, perché è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Anche se poteva sembrare un libro difficile, ci abbiamo creduto senza esitazioni e siamo orgogliose di averlo fatto.
Un altro libro è “Andrea Palladio” , perché non è il classico albo illustrato, ma è atto a raccontare la vita e le opere di questo straordinario uomo. Narra infatti la vita di questo personaggio di origini umili, che con coraggio, lavoro e sacrificio è poi diventato il più famoso architetto al mondo. Un invito a tutti a non porsi confini, a lottare per raggiungere il proprio obiettivo nella vita.
Quali sono i titoli che hanno ricevuto una migliore accoglienza da parte del pubblico in termini di vendite?
Tra i migliori ci sono ititoli di Satoe Tone e tra questi spicca “La Carota gigante“, “Inseguendo Degas” di Eva Montanari, “La regina delle rane” di Davide Calì e Marco Somà.
La vostra casa editrice pone un’attenzione particolare alle illustrazioni, sempre molto accurate ed evocative. Quali sono gli stili illustrativi che amate di più?
Tra proposte di qualità mi attirano quelle dalla personalità spiccata. Più che di stile parlerei di temperatura, personalmente preferisco il caldo al freddo. Pur apprezzando la perfezione algida di certe illustrazioni, non è certo quello che cerco.
Avete proposto alcuni vostri titoli anche in versione app: credete nel mezzo digitale e, soprattutto, pensate che le vostre storie “rendano” bene anche su un tablet?
Amiamo i libri, annusarli, toccare la carta, sfogliarne le pagine, e ci fa rabbrividire la sola idea che possano perdere rilevanza per le generazioni future. D’altra parte ci piace essere al passo con i tempi e siamo aperti a tutte le nuove possibilità.
L’App offre un diverso tipo di esperienza che non è una semplice trasposizione del libro su tablet, bensì un percorso parallelo al libro che senza nulla togliere alla versione originale, crea delle possibilità di interazione nuove [leggi la nostra recensione delle app di Kite Edizioni]
Qual è l’aspetto più complicato del vostro mestiere?
Far tornare i conti. Trovare un giusto equilibrio fra quel che si vorrebbe fare, quel che si può fare e quel che sarebbe meglio fare.
Quali consigli dareste a un genitore o a un insegnante nella scelta dei libri per i propri bambini: quali criteri seguire? Quali aspetti sono fondamentali?
Consiglierei di essere esigenti e scegliere libri belli e ben curati, capaci di parlare anche a noi adulti. Va superata l’idea che i libri per bambini debbano essere banali, zuccherosi e raccontare storie di cui conosciamo già la fine. Ne incontreranno tanti di libri così, scelti a caso. Se non si è già esperti, il primo passo è trovare una buona libreria, farsi consigliare da un libraio di fiducia e poi non smettere mai di curiosare.