La didattica a distanza – funziona, se sai come farla

Un piccolo manuale in cui la DaD viene raccontata attraverso l’esperienza e tanti consigli che nascono dal confronto con dirigenti, colleghi, studenti e genitori: l’obiettivo è quello di comprenderne le potenzialità per poterla usare al meglio

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Mai come quest’anno si parla tanto di scuola, didattica e modalità di insegnamento complice il fatto che la pandemia e la chiusura delle scuole ha fatto vivere a tutti il vortice di un cambiamento che, per alcuni aspetti, ha avuto il sapore di un grande esperimento sociale.

Dalla didattica tradizionale fatta di aule e ore frontali si è passati direttamente alla didattica a distanza che ha permesso, al netto dei miglioramenti che si potranno avere, di non lasciare i bambini e i ragazzi totalmente abbandonati a loro stessi e a un clima generale non particolarmente sereno.

Nelle situazioni di emergenza risulta urgente e necessario adattarsi in fretta. Per alcuni tutto questo ha significato cambiamento radicale per altri, già sulla strada dell’innovazione, è stata l’occasione per farsi trovare pronti.

La didattica a distanza funziona, se sai come farla

di Luca Toselli, Edizioni Sonda, 128 pagg., 2020

la didattica a distanza funziona se sai come farla

Appena uscito, il libro di Luca Toselli può essere considerato una guida o un piccolo manuale di studio scritto in modo semplice, lineare e positivo. La DaD viene raccontata attraverso l’esperienza e tanti consigli che nascono dal confronto con dirigenti, colleghi, studenti e genitori: l’obiettivo è quello di comprenderne le potenzialità per poterla usare al meglio.

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Il volume è anche un viaggio nel mondo della comunicazione e dei suoi strumenti: dal libro al telefono passando per l’uso delle mail e della messaggistica volendo sottolineare come ogni mezzo, se usato con consapevolezza, può essere utile per raggiungere uno scopo. Lo stesso approccio deve essere applicato alla DaD, così da poterla applicare senza pregiudizio.

Avere delle regole è d’aiuto per non farsi travolgere dall’ansia e dal panico vanificando anche la possibilità di raggiungere dei risultati positivi, come ad esempio:

  • nella gestione dei gruppi tanti di moda tra docenti, studenti e genitori, si può e si deve saper gestire le notifiche per non dipendere da queste, abbandonare il gruppo quando non diventa più necessario, usarlo in modo temporaneo se legato a necessità particolari.
  • la lezione a distanza non è una lezione in presenza, cambiano i contesti e i riferimenti. Se vissuta come una sorta di video conferenza a distanza l’approccio potrà essere più interattivo grazie anche alla possibilità di condividere schermi, usare chat per le domande, condividere materiali, slide o video a seconda delle funzioni rese disponibili dalla piattaforma scelta.
  • programmare la lezione serve all’insegnante per non perdere gli alunni durante la lezione visto che, quando non si è in presenza, i livelli di attenzione media sono più bassi. Nozioni chiare, dirette e dialogo aperto possono essere un ulteriore aiuto per rendere il rapporto piacevole rendendo proficuo l’apprendimento.
  • email, chat, video, audio, dispense, sito della scuola, approfondimenti e quanto altro può essere reso disponibile deve essere utilizzato come strumento capace di integrarsi con gli altri e questo deve essere visto come un vantaggio perché la pluralità può diventare una valida opportunità sia per il docente che per lo studente.
  • didattica personalizzata e idee di apprendimento: grammatica e giochi a quiz online, il cineforum con dibattito e breve spiegazione di quanto si è visto, sono solo due dei tanti esempi riportati nel testo per sottolineare quanto sia importante e possibile fare apprendimento in modo diverso arrivando davvero a tutti gli alunni.
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Da tempo si racconta che la scuola deve cambiare e un virus ostico ha accelerato questo percorso senza possibilità altra di scelta. I cambiamenti così repentini portano con sé incertezze, paure, dubbi e assestamenti ma, allo stesso tempo, dovrebbero essere considerati come opportunità. Le nozioni e gli apprendimenti possono essere trasferiti in molti modi e con diversi strumenti e questo non significa perdere di vista la centralità dell’alunno.

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