Che piacere incontrare un libro che ti conquista sin dalle prime battute e sin dalle prime immagini. Un incipit che ti fa capire di aver fatto la scelta giusta e ti pone subito in una disposizione di lettura fiduciosa.
A me è capitato con “Lettere d’amore da 0 a 10“, versione a fumettoracconto realizzato con una serie di disegni e brevi testi inseriti quasi sempre all’interno di “nuvolette” che escono dalla bocca di un romanzo di Susie Morgenstern divenuto in Francia un piccolo classico, ma che personalmente ho conosciuto solo in questa raffinata edizione “a nuvolette” di Thomas Baas pubblicata in Italia da Edizioni Sonda con la traduzione dal francese di Erika Romagnoli.
La pagina di apertura ci conduce nell’appartamento benestante di Ernest, bambino dall’aspetto elegante e lo sguardo malinconico che conduce un’esistenza piuttosto solitaria e pensierosa insieme alla nonna e alla cameriera Germaine.
Nonna e nipote parlano poco, escono raramente, rimuginano sul passato, hanno un’aria spesso sconsolata e triste, ma le cose cambiano quando in classe di Ernest arriva Victoire, ragazzina socievole e loquace che si prende una cotta per lui e lo stordisce con la sua irruenza.
“Non ti preoccupare, Ernest. Sei talmente bello che non devi per forza parlare per risultare interessante…”
Victorie ha tredici fratelli e la sua quotidianità è diametralmente opposta a quella del ragazzino: confusione perenne, condivisione, aiuto reciproco, allegria, disordine. Non c’è un momento libero o di pace a casa sua, mentre da Ernest il silenzio è assordante, la nonna è taciturna, rimpiange i cari defunti e lui sogna il suo papà, che lo ha abbandonato da piccolo quando sua mamma è morta. Perché non viene a trovarmi? Perché non mi scrive mai? Dov’è? Si chiede intensamente.
La presenza dell’esuberante Victoire nella vita di Ernest e della nonna è rigenerante e benefica. I suoi modi vivaci, affettuosi e gioviali portano una ventata di leggerezza, riscaldano l’atmosfera, sciolgono tensioni, accendono sorrisi. E fanno venir voglia di cambiare, aprirsi agli altri, uscire dal grigiore e dalla monotonia.
Il “nuovo” Ernest riesce finalmente a scalfire la scorza della nonna e trova persino il coraggio di mettersi alla ricerca del suo papà e di rivelargli in una lettera i suoi sentimenti, per riannodare i fili di un legame che, scoprirà, non è perduto e si può ancora ricucire.
Una graphic novelracconto a fumetti autoconclusivo o inserito in un ciclo compiuto. romantica e a tratti molto divertente, con tavole eleganti dai toni tenui e il tratto gentile che rendono la lettura incalzante e gradevole. Il personaggio di Victoire è adorabile e indimenticabile, così come la tenerezza di Ernest e la sua delicatezza d’animo.
Mi sarebbe piaciuto crogiolarmi maggiormente nel racconto dal momento in cui il protagonista scopre l’esistenza del padre e si attiva per mettersi in contatto con lui. Ho avuto l’impressione che si sia dato ampio respiro alle vicissitudini con Victoire (e menomale, sono davvero spassose) ma che viceversa si sia corso troppo nei passaggi finali.
Rimane comunque la piacevole sensazione di aver incontrato una storia da ricordare, piena di tenerezza e umanità, una storia incoraggiante. A questo punto scatta l’urgenza di procurarmi il romanzo (fuori catalogo) da cui tutto è partito e che ho scoperto essere stato pubblicato nel 2005 in italiano da Bruno Mondadori col titolo “Lettere misteriose“.
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