Alla presentazione di Bologna hanno riso e scherzato coi bambini facendo il verso alle buffe creature dell’oceano
di Alessandra Testa
Ci sono autori che sembrano più bambini dei bambini a cui si rivolgono. Giovanni Pascoli aveva ragione, i poeti il fanciullino sanno tenerlo vivo. E allora non poteva che essere una presentazione in versi quella che il poeta Alessandro Riccioni e l’illustratrice Vittoria Facchini, di fatto poetessa dei colori, hanno fatto del loro Mare matto qualche settimana fa nel cuore di Bologna.
Mare Matto
Alessandro Riccioni, Vittoria Facchini, Lapis, 2016
Il primo declamava i suoi stornelli, la seconda dava loro un’acquosa forma. I bimbi in platea mostravano i loro disegni, come propone nel finale questo albo pieno di humour che già ci fa provare una profonda nostalgia del mare…
«Io sono un poeta», sottolineava lui.
«Siete proprio sicuri di volere me?», replicava lei rimembrando la sorpresa con cui aveva accettato questo lavoro propostole dalla casa editrice romana. «Sì siamo sicuri», devono averle risposto perché, a volte, per dare un’anima all’alfabeto può tornare davvero utile un pennello.
Il risultato è un abecedario di filastrocche in rima sugli abitanti dell’oceano molto divertenti, spesso proprio così senza senso e così bagnate che si rischia di impregnarsi come spugne. Fradici e felici come quando al mare, avvolti da un’afa agostana, si viene colti dall’onda che mancava per refrigerarsi.
«Volevo richiamare l’acquosità del mare – spiega Vittoria Facchini, che nel 2006 ha vinto il Premio Andersen come migliore illustratrice dell’anno – Ho sovrapposto fogli di carta a fogli di acetato, rendendo prima trasparenti i materiali e poi passandoci sopra con un bel pennello intriso di colore».
In questo modo – e ce lo può confermare chi ha avuto la fortuna di visitare nel modenese la mostra allestita all’ultimo festival Passa la Parola – l’effetto “liquido” è assicurato.
Del resto, come ogni bibliotecario sa bene – e Riccioni che lavora in quel di Lizzano in Belvedere si definisce un bibliotecario di montagna –, metti un bambino davanti alle rime e lo avrai conquistato per sempre. In più, con Mare matto, avrà imparato l’alfabeto a menadito e pure qualche nome di pesce un po’ desueto.
Si comincia alla maniera di Pollicino, un Pollicino atipico perché invece di ritrovare la strada sbriciolando pezzetti di pane la imbocca srotolando un gomitolo immaginario.
Se c’è un pesce gatto
in questo capitolo,
deve esserci in giro
un pesce gomitolo.
Seguendo il percorso, dalla A alla Z, arrivano le rime più conosciute perché già presenti nell’immaginario di ogni bimbo…
È sempre pulita
la grande balena:
si porta la doccia
in cima alla schiena
Le rime romantiche…
S’innamora la triglia
e fa gli occhi di fiamma,
al mio babbo assomiglia
quando guarda la mamma
Quelle che trasformano in innocui gli abitanti del mare più temuti…
L’orca è tutta elegante
tra le pinne una rosa,
oggi è un giorno importante
lei con l’orco si sposa
E quelle che insegnano, magari sapessero farlo tutti, a giocar con le parole…
Gamberabà ciccì coccò
il bel gambero tornò,
come fece, col canotto?
No, con l’onda delle io otto.
«Ora bambini tocca a voi», è l’invito finale con cui si chiude, senza davvero salutare, questo sgocciolante albo illustrato(picture book): un libro che usa parole, immagini e grafica per raccontare una storia. Non è semplicemente un libro che. Con parole semplici e convincenti, Riccioni chiama alla pittura, ma anche, e soprattutto, al rispetto del bellissimo e infinito ecosistema marino.
Ecco, il viaggio è finito!
Tra le onde del mare
io mi son divertito,
mi è piaciuto scherzare.
Se poi qualche strofetta
sembra un po’ un rompicapo,
rituffatevi in fretta,
cominciate da capo!
Ora il mare è anche vostro,
abbiatene cura;
è di carta ed inchiostro
di parole e avventura.
Srotolate anche voi
un nuovo gomitolo,
aspetto, curioso
il vostro capitolo.
L’estate è ancora lontana, e allora non resta che tuffarci con la fantasia e aspettare che torni in fretta.
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