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Il romanzo delle mie delusioni

Di quando Benvenuto, bambino irriducibile come Giannino Stoppani, indossando magici stivali s’imbatté nei protagonisti delle fiabe in un viaggio periglioso e sorprendente

Il romanzo delle mie delusioni. Racconto piuttosto lungo

Scritto e illustrato da Sergio Tofano, La Nuova Frontiera Junior, 2018

Età di lettura suggerita: dai 9 anni

Le pecorelle che accompagnano il libro sono realizzate da Claudia Barone, La giocattolaia – foto di Milkbook.it

Se avete avuto la “fortuna” di essere stati bambini entro il 1996, Sergio Tofano non potrà che evocare piacevoli ricordi d’infanzia e l’attesa dell’appuntamento con Il Corriere dei Piccoli e le Avventure del Signor Bonaventura.

Io che lo sono stata ben prima del 1996 ricordo con immensa felicità quei momenti, il piacere dell’attesa (quell’attesa ballerina che ti fa saltellare da un piede all’altro) quando con la zia, fornitrice ufficiale di libri, giornalini e album di figurine, arrivavamo in edicola e ritiravamo il nostro tesoro settimanale che comprendeva oltre Topolino, Paperinik e non solo, soprattutto l’amatissimo Corriere dei Piccoli!

Immaginate la mia gioia nel ritrovarmi a parlare de Il romanzo delle mie delusioni. Racconto piuttosto lungo, di Sergio Tofano, che peraltro, originariamente, uscì a puntate sul Corriere dei Piccoli nel 1917. Raccolto in un volume da Mondadori, nel 1925,  ripubblicato da Einaudi nel 1977, divenne introvabile sino a oggi che ci viene restituito in un prezioso ripescaggio da La Nuova Frontiera Junior.

Sergio Tofano: brevi cenni biografici

Occorre fare una premessa sullo straordinario autore del libro e anche contestualizzare il momento storico nel quale fu creato, fermo restando che risulta, come tutte le opere dell’autore, sempre straordinariamente attuale.

Sergio Tofano, nato a Roma nel 1886, dove morì nel 1973, fu un raffinato artista, completo e dai molteplici talenti. Autore teatrale, scrittore, illustratore, attore, regista, costumista e scenografo.

La sua cifra fu sempre il culto della leggerezza, la parodia, l’umorismo elegante, il nonsense.

Il Romanzo esce nel 1917 in pieno conflitto mondiale e Tofano coraggiosamente parla di fiabe, a voler ricordare che tra le prigioni di fango, le gabbie mentali e quelle comportamentali degli imperativi bellicisti esiste una zona franca: la creatività e la libertà che le favole contengono.

Il Romanzo delle mie delusioni: la trama

Romanzo delle mie delusioni racconto piuttosto lungo narra le avventure e disavventure di Benvenuto, irriducibile come Giannino Stoppani, che di studiare non vuol proprio sapere, e bocciato per la terza volta agli esami di licenza elementare, viene affidato a una dozzina di precettori che non resistono lo spazio di un paio di giorni, sino a quando arriva il tredicesimo, Palmiro Mezzanella, che non perde tempo con grammatica, geografia o altre materie curriculari, ma racconta favole, e quante ne conosce!

Benvenuto ne è talmente affascinato che quando il padre lo licenzierà, dopo un momento di disperazione, deciderà di rubargli un paio di stivali fatti con la pelle, di quelli delle sette leghe, e via alla scoperta del mondo delle fiabe… che però tanto magico non si rivelerà.

Benvenuto scoprirà che i personaggi e protagonisti delle amate fiabe vivono una frustrante quotidianità: la Bella Addormentata nel bosco soffre d’insonnia, Barbablu ha una misera e fallimentare agenzia matrimoniale, il lupo fa da cameriere, governante, lavandaia, bambinaia in casa di Cappuccetto Rosso… Un’esilarante e memorabile giostra di disavventure che ribalta le fiabe e i suoi protagonisti, assegnando loro conclusioni paradossali.

Al povero Benvenuto non rimane che tornare a casa deluso e compiere plateali gesti di pentimento che, ovviamente, saranno ingloriosamente disattesi.

Un puro piacere letterario

Il racconto non ha alcun intento pedagogico o retorico ma vuole recare al lettore puro piacere letterario con ironia e divertimento, mostrando a mio parere maggior rispetto per l’infanzia e l’immaginario infantile di quanti invece si rivolgono ai bambini ammiccando dall’alto.

L’autore infatti prende le distanze dai modelli di bambini e studenti esemplari che popolano la letteratura dell’infanzia del periodo e che spesso ritroviamo anche oggi.

A ben guardare il romanzo ha la struttura del romanzo di formazione, laddove però la stessa struttura è rivisitata in carattere di parodia, con prospettiva ironica, pervadendolo di poetica del sorriso.

Come scrive Antonio Faeti, Sergio Tofano era un aggiornatore di fiabe, uno che riscriveva le fiabe più note conservandone alterità e interna contraddizione. Con Sergio Tofano il fiabesco diventa umano e l’assurdo assume un’aria familiare.

Viene da chiedersi se voglia suggerire di non credere alle fiabe! Ma ancora una volta Antonio Faeti ci aiuta a ritrovare la prospettiva suggerendo che occorre non limitarsi a credere alle fiabe ma credere alla logica delle fiabe, cioè tenersi disponibili sia per un certo tipo di avvenimenti che per il contrario.

I bambini in questo sono grandi maestri.

E allora godetevi questo memorabile racconto piuttosto lungo dalla raffinata ironia, trionfo del paradosso, attuale e fresco come fosse stato scritto oggi.

Da 9 ai 99 anni, da soli o in compagnia, non potrà che rivelarsi una lettura godibilissima.

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