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Le storie dell’orso Björn raccontano la bellezza e la semplicità del quotidiano

Impara ad illustrare e creare fiabe e racconti per bambini. [ADV]

In Chiedimi cosa mi piace, di Bernard Waber e Suzy Lee, c’è una tavola meravigliosa che sa di autunno e libertà, si vede la protagonista che corre verso di noi ridendo e stringendo il filo del suo palloncino, più indietro il papà a braccia in alto, le dita come artigli, che imita un orso; è in questo punto che la bambina dice: “Mi piacciono le storie. Mi piacciono le storie sugli orsi”.

Le storie di Björn

Immaginate questa bambina in una libreria dedicata all’infanzia, dal tavolo centrale la guarda un orso, Björn, tranquillo e un po’ perso nei suoi pensieri, o solo assorto a osservare le foglie che cadono dagli alberi. Sulla destra lo stesso orso, stavolta intento a guardare lontano, riparandosi gli occhi con una zampa: Björn: una primavera di scoperte.

Cosa farà la nostra bambina? Prenderà i libretti e cercherà un posticino comodo per sfogliarli. Scoprirà in fretta che le pagine interne dei due volumetti sono colorate: le pagine di quello con la copertina gialla (Björn, sei storie da orso) sono di cartoncino verde acqua, mentre il secondo, con la copertina verde acqua, ha le pagine gialline. E noterà che il testo è in stampatello maiuscolo, ideale per una lettura autonoma (ma le storie di Björn sono adatte anche a una lettura condivisa, magari sotto un caldo piumone in una giornata di pioggia).

Björn le sta già simpatico dal nome nordico, perché per la sua radice è come se si chiamasse semplicemente orso; e poi è così calmo, un po’ scombinato, e gli piace leggere.

L'orso Björn

A volte non succede niente nella vita di Björn (Niente è proprio il titoletto di una delle storie), ma è un niente di una lentezza e di un silenzio così pieni e incantevoli da riempire le giornate.

Le storie di Björn sono candide, come candido è il sorriso di Delphine Perret, autrice e illustratrice, sul sito dell’editore Terre di Mezzo. Trasmettono la bellezza e la semplicità del quotidiano, lo stupore anche, per tutto quel che succede intorno. E lo fanno con una tranquillità di fondo, che resta intatta nonostante i punti esclamativi disseminati nel testo; sì, sotto l’entusiasmo e le novità, le emozioni e lo scorrere delle stagioni, c’è una tranquillità che mitiga e rasserena.

Anche i disegni sono semplici, un sottile contorno nero che rafforza l’umorismo del testo. Non c’è sconvolgimento neanche quando Björn alla visita medica del gufo scopre di essere miope e di dover portare gli occhiali. Nemmeno quando trovano, lui e la lepre, un telefono nel bosco e fanno un paio di telefonate a caso.

illustrazione di Björn

Le storie di Björn sono scritte con uno sguardo altro sugli esseri umani. Gli umani sono quelli che sui cataloghi dei vestiti hanno un’aria misteriosa, o mostrano tutti i denti sorridendo, o si truccano (spesso sfoglia quei cataloghi con la volpe). Gli umani che nuotano in piscina sembrano “tanti funghetti in un pentolone di brodo”.

Queste storie sono scritte con gli occhi di un bambino. Al Carnevale di finti umani che Björn e i suoi amici organizzano una sera nel bosco, sembra di vedere dei bambini che giocano a travestirsi da grandi. E quando prendono l’autobus 43 e si mettono a disegnare sui vetri appannati fino a non lasciare neanche un angolino libero..: “Tutti vogliono provare, vogliono vedere il disegno del vicino. Organizzano un concorso e la situazione degenera.”

Björn

Björn, oltre agli amici del bosco con cui condivide molto, ha un’amica speciale, un’umana, una bambina di nome Ramona che abita in città. Si scambiano regali per lettera: Björn riceve una brillante forchetta gratta schiena, Ramona dei semi trovati nel bosco dai quali non si sa che cosa nascerà. Una volta si incontrano in città, Ramona lo invita in piscina, ma lui non porta la cuffia, così restano seduti a un tavolino facendo merenda e osservando dalla vetrata le file di nuotatori in costumi colorati.

Se Björn: sei storie da orso non vi convince abbastanza, cominciate direttamente dal secondo volume, i due libretti non vanno letti rigorosamente in ordine. Una primavera di scoperte, per esempio (che sarebbe il secondo, edito 2019, che comincia col risveglio di Björn), regala un’atmosfera più movimentata, più avventurosa, pur nella sua semplicità, e forse anche un po’ più tenera.

La nostra bambina in libreria intanto continua a leggere, e cerca di immaginarsi un sacco di profumi, perché sì, questi libretti sono anche pieni di profumi: di violette, per esempio, di licheni, di erica e di grano.

Björn, più lo legge, più gli vuole bene.

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