Prosegue l’intervista ad Alessia Canducci (la prima parte è stata pubblicata qui)
Ieri ci hai parlato degli aspetti più appaganti e stimolanti del leggere ad alta voce ai bambini, oggi ti chiediamo: cosa invece ti può mettere in difficoltà o a disagio durante una lettura a gruppi di bambini?
Raramente i comportamenti dei bambini mi mettono in difficoltà o a disagio. Più spesso accade con gli adulti, siano essi insegnanti ed educatori o genitori. Soffro nei contesti in cui percepisco che la lettura non è un valore, o quelli in cui l’infanzia viene vissuta come una età “semplificata” da considerare con condiscendenza. Ho imparato a dire simpaticamente agli adulti che chiacchierano in fondo alla sala di uscire se hanno urgenti comunicazioni da confidarsi, o restare aprendo le orecchie… una volta è capitato che quando ho chiesto “ma chi sono quelle mamme che hanno tutte queste cose da dirsi là in fondo?” un bambino di 4 anni circa ha esordito sospirando: “Una è la mia! Mamma, stai zitta che dai fastidio!”. Dimmi quanto abbiamo da imparare da questo bambino…
O ancora capita che il fratellino di un anno e mezzo mi si fiondi addosso ripetutamente nel corso di una lettura rivolta a bimbi più grandi, senza che il genitore si preoccupi minimamente di intervenire… in quel caso io faccio un appello alla ricerca dell’adulto di riferimento, e sui diversi bisogni del giovanissimo ascoltatore, che merita di sfogliare libri adatti alla sua età in altro luogo e contesto. Negli anni ho imparato a dare regole… agli adulti!
Lettura vs recitazione: c’è chi le ritiene due attività che dovrebbero rimanere categoricamente separate. Qual è la tua opinione in merito?
L’argomento è piuttosto complesso. Ci sono straordinari attori che sono pessimi lettori, e viceversa. Credo sia una questione di misura, e autenticità della relazione. L’atto di leggere ad alta voce è sempre e comunque una mediazione del testo attraverso la propria voce, il proprio corpo, la propria sensibilità. Se un lettore è troppo “attore” rischia di tradire il testo e distorcere il contenuto che veicola per dare spazio al proprio ego, alla propria “bravura”.
Il mio ideale è essere al servizio del libro, e relazionarmi con autenticità e verità sia nei confronti del testo che “traduco” con la mia voce, sia verso gli ascoltatori.
La mia continua ricerca è mettere gli strumenti tecnici e comunicativi del teatro al servizio del libro, e della lettura, per condividere un altrove insieme a chi ascolta, e far venire voglia di leggere.
Come ti prepari a una lettura ad alta voce a un gruppo di bambini? Quali aspetti curi in particolare?
A parte l’attenzione al repertorio, di cui ho già parlato diffusamente, curo in particolare la gestione dello spazio e la preparazione accurata dell’ambiente in cui leggo. In scuole e biblioteche spesso cambio lo spazio a cui i bambini sono abituati, lo trasformo, per destabilizzarli e far loro percepire un cambiamento. Curo anche il mio abbigliamento, e quando non ho veri e propri “costumi di scena” cerco di non essere mai troppo quotidiana: cambio un dettaglio, una collana colorata, un vestito particolare… Servono a me, ma anche a loro, a percepire che sta accadendo qualcosa di speciale. Perché dare vita alle storie e abitarle insieme in un rito che condivide un immaginario ed emoziona, è sempre speciale e prezioso. A qualsiasi età.
Quali sono le attività da intraprendere per portare avanti un’efficace promozione della lettura nel nostro paese?
Che domanda interessante e complessa! Ho stampate nella mia mente tre citazioni:
- la prima di Wittgenstein “I confini del mio linguaggio sono i confini del mio mondo”
2. la seconda di Rodari: “Tutti gli usi della parola a tutti” mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.”
3. la terza di Chambers “siamo quello che leggiamo”.
Credo sia urgente permettere ai bambini l’accesso, la conoscenza e l’uso delle parole, e la frequentazione sistematica delle storie. Noi siamo storie, e ci nutriamo di storie. È urgente che chi fa il nostro lavoro si metta in gioco il più possibile per sensibilizzare gli adulti (genitori e insegnanti in primo luogo!), prima ancora che i bambini, al valore della lettura. Per far sì che si legga, e che leggere non sia “consumare libri”, ma incontrare altrove possibili o impossibili che ci aprano agli altri, al dialogo, al cambiamento. Leggere è una opportunità per comprendere la complessità del mondo, in un’epoca in cui si tende alla sua semplificazione e con essa all’inibizione del pensiero autonomo, della capacità critica. A tal fine è fondamentale educare alla lettura, e al dialogo che ne segue. Che si parli di ciò che si legge, ci si interroghi, si eserciti il pensiero, per essere parte attiva di un cambiamento possibile.
Il cambiamento può avvenire, e le parti da “risvegliare” sono, per ordine di importanza: famiglia, scuola, istituzioni (biblioteche, ludoteche, ospedali…) e ” lettori catalizzanti” di cui io faccio parte.
So che il mio ruolo, in qualità di “lettrice catalizzante” / promotrice della lettura è quello di attivare una passione, un interesse che però solo gli altri adulti di riferimento possono alimentare e nutrire. Ed è per questo che negli anni, a fianco del mio lavoro di lettrice e narratrice ho alimentato la formazione rivolta agli adulti, anche grazie alla collaborazione col progetto Nati per Leggere: genitori, lettori volontari, insegnanti, educatori. Lavoro anche per attivare progettualità in rete sul territorio per creare le buone pratiche di lettura tra scuola, casa, e istituzioni. Da genitore, ho dato vita con altri genitori ad un progetto a scuola, di lettura ad alta voce. Te ne parlerò un giorno, se vorrai 😉
Prima di salutarci: quali libri leggi più spesso a tua figlia? E quali sono i suoi preferiti da leggere in autonomia?
Viola compie 8 anni a fine settembre. La nostra è stata ed è una avventura meravigliosa tra libri e storie. Abbiamo tre modalità aperte: libri che legge in autonomia, libri che leggiamo insieme, libri che le leggiamo io o Andrea, mio marito.
In questo periodo abbiamo terminato la seconda rilettura delle “Fiabeuna forma antichissima di narrazione che ha origine da racconti orali che nascevano da esperienze popolari e da avvenimenti considerati Leggi Italiane” di Italo Calvino (la prima era avvenuta, saltando le più cruente, quando aveva 5 anni e mezzo) e siamo alla terza lettura “a richiesta” delle stesse; nel senso che ci chiede esattamente il titolo o ci accenna la trama e le rileggiamo, commentiamo, facciamo considerazioni sui casi umani, le vicende della vita, le scelte, la giustizia o l’ingiustizia, la vita e la morte, gli errori. Sappiamo che Viola sta mettendo ordine nei suoi codici etico-morali, anche attraverso queste storie; e noi lo facciamo con lei.
Come lettrice autonoma predilige libri illustrati ed in particolare un illustratore: Chris Riddel, di cui ha letto Ottoline, Lo strano caso del papà scomparso, e Il Pifferaio di Hamelin.
Ha (e abbiamo) ancora molto forte il legame con la lettura condivisa; condividiamo in famiglia la passione per alcuni autori: rileggiamo ciclicamente gli straordinari Albi di Claude Ponti, spesso ridiamo e inventiamo usando Fiabla blà, di Orecchio Acerbo, e leggiamo a pagine alternate Roald Dahl, e anche rime e filastrocche di Tognolini, Carminati, Piumini, Carioli, con una predilezione per Rime di Rabbia e tutta la produzione di Toti Scialoja…
Trovo anche speciale che brani di filastrocche entrino a far parte del nostro interloquire quotidiano. Per esempio se è freddo e le dico “vento della sera…” lei sbuffa e risponde “mettiti la felpa!”.
Noto che ha ben chiaro il gusto per la bellezza delle parole, dell’illustrazione, l’ironia, il pensiero divergente; spesso anche ci confrontiamo sulla complessità o l’eccessiva semplificazione dei contenuti. Siamo genitori molto felici.
Leggi la prima parte dell’intervista ad Alessia Canducci
->> La pagina Facebook di Alessia per essere aggiornati sulle sue attività.
Scopri le altre interviste della serie “leggere a un gruppo di bambini”:
A Laura Anfuso
Ad Alessandra Comparozzi
A Ugo Valentini
A Valentina Rizzi di Bibliolbrò
A Beniamino Sidoti
A Elia Zardo
A Anna Sicilia
A Carla Colussi
Al Semaforo Blu
A Giulia Mirandola
A Leyla Vahedi
A Giorgia Golfetto
A Carla Ghisalberti
A Sonia Basilico
A Chiara e Francesca Cavallaro
A Giuseppe Grossi